Amalia è l'EP di uno sperimentale progetto acustico e prevalentemente strumentale. Il calabrese Aquerell è un compositore e chitarrista che non ha timore di mischiare le carte e non punta all'Asso, quello che ti fa vincere le partite, ma al Sett'Oro, quella carta ritratta in copertina, che non è certezza di vittoria ma un qualcosa in più, un valore aggiunto.
Non è un noioso disco strumentale di boriosi esercizi stilistici alla chitarra, anzi: parti ritmiche latineggianti supportate da bassi sghembi più che virtuosi, arpeggi alla Clapton che d'improvviso sorprendono. È un folk (se proprio vogliamo chiamarlo così) che non ha paura di sporcarsi con l'elettronica, percussioni, timide nacchere e giochi di loop, echi e riverberi, suoni aggiuntivi a sostegno di una chitarra imperfetta, a rifiutare il concetto di pulizia nel nome dell'espressività.
Un paio di brani – tra cui certamente la title track Amalia – vanno dritti nella playlist della buonanotte, non per noia, ma per rilassatezza e atmosfera onirica. Una potenziale perfetta colonna sonora originale per un film indipendente, una storia di viaggi e di paesaggi in continua scoperta – anzi, se nessuno ancora ci ha pensato, che usi queste tracce come soundtrack per un film, subito —, compresi i momenti di tensione (Side-Real)
Quando nella seconda metà dell'album si aggiunge anche la voce, funziona benissimo se usata come strumento (la già citata Sett'Oro), leggermente meno se subentra un testo e una forma canzone più classica (Distacco): nonostante testi affatto banali, il risultato è molto meno potente.
Una discreta prova sperimentale per un progetto che potrebbe dare soddisfazioni se messo completamente a fuoco, decidendo con criterio se andare verso l'indagine sonora con radici profondamente classiche, se verso il cantautorato con una crescita potenziale da affrontare o se mescolare questi elementi per una ennesima sporcatura tra generi, insolita ma creativa.
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.