La Niña è uscita allo scoperto con Eden, un ep che riassume il suo percorso solista fino ad oggi, tra tradizione partenopea e rielaborazioni elettroniche e avant pop.
La Niña è finalmente uscita allo scoperto. Lo scorso 12 febbraio è uscito il suo primo ep solista, Eden, prodotto da Sony, e il suo profilo espressivo si è illuminato di una luce nuova. Sei tracce, di cui quattro inedite, che fanno da perfetto riassunto a quello che potevamo aver intuito di lei e della sua musica, sempre ibrida e dai confini poco certi.
Nel panorama del nostro pop La Niña gioca di certo una partita tutta sua. L’ex voce degli Yombe è prima di tutto incarnazione territoriale del luogo da cui proviene. Sentirla cantare significa sentire risuonare Napoli. Napoli è percossa, campionata e armonizzata in ogni momento del lavoro. Ma Napoli svolge soprattutto la sua funzione di porto internazionale. In questo modo i canoni tradizionali della canzone partenopea si fondono a quelle influenze del pop d’oltremare - e d’oltreoceano - che in Italia facciamo ancora fatica a digerire, non tanto nell’ascolto, quanti nel riprodurle dopo averle assimilate.
Il motore che spinge le parole di ogni pezzo sembra essere l'insonnia, attanagliante, che ti costringe ad alzarti ed immergerti nei pensieri; rimuginare su quanto sia difficile dire addio a qualcuno, essere svegliati di soprassalto da un ricordo, o anche chiedere di essere lasciati in pace durante i momenti vuoti. Tutto quello che La Niña canta brucia per l'urgenza con cui fuoriesce dalla sua bocca. Il vestito stilistico dei momenti della sua rinascita sono curati al massimo, e strizzano l'occhio prima ad Arca, poi a Sevdaliza, passano da momenti iper melodici e dolci a frammenti di techno minimale. Siamo nelle sue mani, le sensazioni sono le sue, fortissime, e solo lei le può raccontare.
La vera e propria narrazione arriva in chiusura con STORIA DI AFRODITE, traccia fatta solo di voce e percussioni, che non può non far pensare al Secondo coro delle lavandaie. Dietro il paradigma mitico della nascita della dea greca dell'amore si cela un racconto che parla di stupro, in cui la vittima riesce a ribellarsi al proprio carnefice infliggendogli il prezzo della sua vendetta. Un finale secco e crudo, dove il dissotteramento di un trauma va a risuonare come una rinascita, fondamentale e piena di orgoglio.
La Niña è uscita allo scoperto, e speriamo che rimanga qui con noi il più possibile, per arricchire sempre più la nostra musica popolare con le sue frasi brevi e prive di compromesso, con le sue vibrazioni pulsanti di caos e armonia allo stesso tempo, e soprattutto mai banali.
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La recensione EDEN di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-03-01 15:10:00
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