Un bel disco cantautoriale dove non c'è il minimo segno di cosmesi ma, anzi, la musica viene impostata su approccio di decostruzione e fascinazioni lo-fi. Funziona.
Attivo artisticamente da più di dieci anni, Carlo Pinchetti ha trascorso la sua vita da girovago, sia sul piano geografico che su quello umano, collezionando svariate collaborazioni trasversali all'Italia e all'estero. Tanti chilometri macinati, altrettante esperienze in archivio ed ecco la necessità di chiudere il cerchio attorno ad una prospettiva decisamente più intima di questa sarabanda che è la musica: nasce così “Una Meravigliosa Bugia”, album da solista pubblicato grazie all'unione di forze tra La stalla domestica / Moquette Records / Gasterecords.
Offrendo una rapida occhiata alla tracklist, si nota già sul piano quantitativo la presenza di un ascolto corposo ed espanso: undici brani che ci ricordano come sia ancora possibile impostare un discorso sul pentagramma che non debba necessariamente esaurirsi nell'oppressione della brevitas.
“Una Meravigliosa Bugia” si presenta con quel carisma di chi esige (con merito) una certa attenzione e predisposizione all'ascolto: tutto ruota attorno al concetto di quanto sia illusoria la musica, probabilmente la più affascinante fata morgana tra quelle che ogni giorno ci si parano davanti. Partendo da questo assunto, i testi si inerpicano su versanti sonori acri e dall'impronta marcatamente lo-fi ed indie-folk. Non c'è cosmesi da applicare; al contrario, è la decostruzione della forma-canzone ai minimi elementi, una vivisezione che restituisce all'ascoltatore un organismo nella sua forma essenziale.
Funziona.
Perché Carlo Pinchetti regala a chiunque abbia voglia di schiacciare il tasto play una bella esperienza, fatta di canzoni mature, portate a fioritura con cura in una primavera che probabilmente è anche più beffarda della precedente. Forse perché è tutto drammaticamente a tema con questa idea di meravigliosa bugia, e se proprio dobbiamo trovare un difetto in questi undici capitoli discografici c'è quasi la sensazione che tutto si fermi un attimo prima del raggiungimento dello zenit.
Incassiamo questo coito interrotto solo per restare in attesa di prossimi sviluppi.
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La recensione Una Meravigliosa Bugia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-04-24 03:42:41
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