Stormy Six Megafono 1998 - Sperimentale, Jazz, Folk

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Formatisi sull'onda del beat a metà degli anni '60, passati in seguito al folk impegnato, i milanesi Stormy Six approdano, tra la seconda metà dei '70 ed i primi '80, ad una specie di Paese Delle Meraviglie in cui convivono improvvisazione, strumenti acustici, ricerca testuale e vocale, progressive rielaborato, free jazz e ironia, il tutto sotto le insegne dell'autoproduzione (creano nel '74 La "Cooperativa L'Orchestra). All' epoca, nelle file della stampa musicale italiana, decisamente esterofila, sembra che non se ne accorga nessuno; un caso di miopia che non avrà eguali, mentre all'estero piovono i riconoscimenti: l'incontro con gli Henry Cow e la partecipazione al progetto Rock In Opposition, l'album "Macchina Maccheronica"(1980) miglior disco dell'anno per la critica tedesca davanti ai Police (!!!). Dal 1975, anno di uscita di "Un Biglietto del Tram", concept album sulla resistenza, all'ultima prova di "Al Volo" (1982) i nostri sfornano un capolavoro dietro l'altro: questo doppio live (al prezzo di un cd singolo) comprende tutto cio che non trova spazio nelle opere in studio. Più che di concerti, occorre parlare di happenings veri e propri; "Arrivano gli americani", che occupa il secondo cd, documenta la trasformazione di una canzone in un tour de force farcito di monologhi, citazioni, rumbe, mazurke, siparietti zappiani, dediche e trasmissioni radiofoniche, una sorta di seduta per esorcizzare l' "americanizzazione" del nostro inconscio collettivo e nel contempo prendere di mira il cantautore "impegnato", i discorsi più fumosi e incomprensibili del "movimento", l'elitarismo dell'avanguardia. Il primo cd comprende le canzoni vere e proprie, come "Il barbiere", amara e sarcastica riflessione sulla naja ("Elementare misura d'igiene/dormire per non pensare/solo qualcuno si taglia le vene/gli altri sanno aspettare"), "Il megafono", "L'apprendista", le cover di "Tico tico" e "Madonina", la voce di Umberto Fiori che, leggendo un articolo su Demetrio Stratos, attraversa le inflessioni dialettali della penisola ("La Voce"). Ci sono poi due straordinari inediti, "Chissà se ora", parodia del Celentano anni '60, e la surreale "Abissi": immaginate un duetto tra Elio e Jannacci che cantano su una base di sintetizzatore e chitarra obliqua. L'unico limite di questo cd, inevitabile, è la qualità delle registrazioni, effettuate spesso con mezzi di fortuna e cucite insieme con certosina pazienza da Tommaso Leddi; a chi proprio non sopporta la bassa fedeltà, ma anche a tutti gli altri, consiglio vivamente l'aquisto del catalogo '75 - '82, da poco editato dalla Nuova Fonit Cetra. Scioltisi nell' 83, gli Stormy Six si sono riformati per sporadiche esibizioni negli scorsi anni. Nell'attesa di un auspicabile ritorno, consolatevi con calibrate dosi di "Megafono", prodotto che riesce a coniugare due aggettivi non sempre conciliabili: sperimentale e divertente.

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La recensione Megafono di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1999-02-01 00:00:00

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