Un disco che vuole celebrare le rime della poetessa statunitense. Una miscela di pop-rock malinconico che si attacca all'anima e ci fa emozionare.
Riuscire a dare un valore letterario alla propria musica talvolta è un'impresa, specialmente in tempi di ideologie morte e sepolte. Allora si può attingere dalla letteratura vera e propria, andando a mettere in musica capolavori del passato che ancora oggi riescono adescrivere la realtà in maniera talmente attuale da mettere i brividi.
Il caso in questione è quello del nuovo lavoro degli Anaïs (una band che esiste da tre decenni ma con nomi diversi), che hanno deciso di musicare alcune poesie di Emily Dickinson alle quali sono legati da moltissimo tempo. Il risultato è pazzesco, prima di tutto per l'enorme talento della band e, in seconda battuta, per la capacità di creare melodie che suonano così malinconicamente lontane negli anni. Eppure, nonostante il genere faccia riferimento ad un certo pop-rock di un paio di decenni fa, gli Anaïs riescono a metterci un'anima e una profondità da riempire il cuore: Goodmorning Midnight è talmente perfetta per il sound della band che quasi ci dimenticheremmo di elogiare la voce di Francesca Pongiluppi, che la interpreta in maniera magistrale. Il singolo I Am Nobody è stato addirittura scelto dall’Emily Dickinson Museum di Amherst per aprire le celebrazioni del 190mo anniversario dalla nascita della Poetessa. Poi c'è un brano come Sunday All The Time che, se lo avessero composto i R.E.M., nessuno avrebbe avuto da ridire nulla.
Traccia dopo traccia veniamo trasportati in un mondo di melodie e parole che ci aiutano a celebrare la vita, l'amore e la morte attraverso il miscelarsi delle arti più antiche e romantiche del mondo: la musica e la poesia. Un piccolo capolavoro che ci lascia un groppo in gola, emozionante e profondo.
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La recensione Emily Dickinson (because I could not stop for death) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-04-30 11:42:11
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