Un ponte artistico tra l'avvio degli anni '20 ed i più recenti 80ies: interessante clash in musica firmato Gassa d'amante. Bonus: un felino in copertina.
Ponti ideologici che collegano questo avvio di anni '20 con gli 80ies del più recente secolo lasciatoci alle spalle, è da questo clash di stranger things che trae spunto la poetica di Gassa d'amante, sodalizio musicale capitolino. L'esordio è affidato a “Cose Strane”, disco autoprodotto col contributo di Fabio De Angelis al banco di missaggio.
Sette tracce radicate nella tradizione nostrana fra echi di Stadio e Matia Bazar, a questo respiro tricolore collima una prospettiva internazionale che trova riferimento in Kavinsky e White Lies. Sulla carta può apparire un accostamento temerario, ma i quattro musicisti che formano questo progetto tramutano la dichiarazione d'intenti in solida proposta discografica: “Onirica” dispone bene l'ascoltatore, proiettando fascinazioni new-wave tra ritmiche serrate ed un testo dal sapore agrodolce. L'open track è solo una delle sette immagini sonore che Gassa d'amante colora nei timpani dell'ascoltatore: un viaggio dalle molteplici sfaccettature, che restituisce concreto sentore di cosa può fare questa band e come può farlo.
Abbandonandoci per un attimo al multilinguismo, in spagnolo per la parola “strano” si utilizza il termine “raro”: ecco, ho l'idea che le “Cose Strane” suonate dai Gassa d'amante siano in realtà un raro incontro di suoni e stimoli che collegano passato e presente. Tale ottica non può che farci propendere per una più che solida valutazione di questo corposo extended play; materiale valido che merita ulteriori sviluppi.
Viva i felini in copertina!
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La recensione Cose Strane di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-04-23 19:47:49
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