Fascinazioni psichedeliche in un disco che canta di amori immaginari ed incomunicabilità. Alessandro Caverni spezza il silenzio presentando un debutto valido.
Musica a lenta maturazione tra Firenze, Bologna e Parigi. Un lungo silenzio spezzato nel 2019 da parte di Alessandro Caverni, che dopo aver incontrato i fratelli Enrico e Francesco Piazza plasma un nugolo di canzoni confluite in “Dirti non saprei”, long play di debutto autoprodotto.
Otto brani, otto visioni rock che interpolano psichedelia e distorsioni: la proposta d'ascolto risulta compatta, misurata e scevra da eccessi di maniera. Barocco quanto basta, Alessandro Caverni si mostra leggero ed ipnotico attorno manipolazioni sonore ponderate con giusto peso, confenzionando un piccolo viaggio per i timpani che in realtà è composto da otto capitoli la cui fruizione può essere anche autonoma e singolare.
Ogni parte ha la sua indipendenza creativa, ma il tutto è maggiore della mera somma aritmetica: “Dirti non saprei” è questo, ma è anche un concept attorno alle difficoltà comunicative fra chi vive un amore irrangiugibile con tutte le difficoltà e gli ostacoli che ne scaturiscono dal quotidiano. Una situazione immaginaria, ma terribilmente vera, drammatica, triste.
La musica, senza dubbio, canta anche di questo, ma con queste note possiamo elevarci almeno per qualche istante proiettandoci su atmosfere rarefatte e leggere. È una di quelle occasioni dove aver superato il voto di silenzio si rivela una scelta più che vincente.
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La recensione Dirti non saprei di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-04-28 14:34:37
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