Esordio strumentale fatto di carisma e fascinazioni pianeggianti. L'assenza di parole porta ad uno sforzo collaborativo nella co-creazione, ed è sicuramente un esercizio superiore alla forma canzone frutto delle tendenze.
Giovanissimo, ma già con alle spalle solide esperienze formative, Lorenzo Polidori approccia l'esordio discografico da virtuoso della chitarra: in attesa del ritorno alla musica suonata ed alla possibilità di crescere anche su questo versante della musica, per l'artista toscano è tempo di "Carousel", pubblicato per la label Fingerpicking.
Undici brani (di questi, nove sono inediti) che formano un long play d'ascolto espanso: circondato da un ristretto nugolo di collaboratori, ed impreziosito dalle featuring con Gareth Pearson e Andrea Valeri, questo disco si presenta come un interessante ed evocativo excursus sulle sei corde. Le sonorità acustiche gravitano il blues, il country e le fascinazioni pianeggianti, di whisky e paesaggi declinati mediante un rigorso ed efficace fingerstyle. È un panorama da apprezzare e da vivere in prima persona: in tale contesto, il totale svuotamento dalle liriche finisce per dare una chiave di significazione in più alla proposta d'ascolto; la mancanza di parole porta il cervello a lavorare di spontanea creativita, e non è raro abbozzare melodie vocali oppure immaginare frasi da inserire negli incisi del pentagramma.
Probabilmente è solo una delle cento strade diverse che un disco strumentale può indirizzare all'ascoltatore; di certo ed incontestabile, invece, c'è la validità di questa produzione e la sua voglia di proporre un discorso altro rispetto alla forma-canzone dettata dalle mode del momento. Buona la prima per Lorenzo Polidori.
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La recensione Carousel di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-04-27 15:10:00
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