Come il suo predecessore Quarantine (il titolo ovviamente parlava da solo) anche Reading SCI FI risente fortemente delle oscillazioni umorali e della voglia d’evasione verso altri mondi alimentate dalla reclusione pandemica, anche già soltanto per quella che pare essere stata una gestazione discontinua e sofferta, figlia dei vari “periodi colorati” che hanno segnato i nostri ultimi mesi.
Il nuovo album di Riccardo Magarolo – come da prassi supportato da Massimiliano Liverani e Mauro Fasolo, già suoi sodali nei Redox (stiamo parlando della scena fiorentina di metà ’80) – a questo giro prende a nolo certo immaginario fantascientifico retrò, mutuato da una fervida lettura di numerosi romanzi di genere, e lo riversa in un electropop notturno che alle tentazioni danzerecce (a eccezione della conclusiva Starship Trooper) preferisce ben più atmosferiche ambientazioni.
Purtroppo, nonostante un discreto potenziale immaginifico, a mancare sono alla fine un po’ di sano coraggio e un collante stilistico in grado di affratellare sotto lo stesso cielo tutti i brani del lotto, fin troppo sfilacciati tra registri depechemodiani (I Need It), aperture melodiche in odor di Tears For Fears (Nothing Can Stop Us), movenze felpate à la Beloved (42), darkwave di scuola teutonica (quella Lucifer’s Soul che rischia di essere l’episodio più riuscito del disco) e persino reminiscenze Italodisco in chiave dark (l’opener Books).
Un lavoro, dunque, che al di là della sua ben definita identità concettuale, sembra risentire, fin dal primo ascolto, della gestazione problematica di cui sopra, in termini di affiatamento, idee, arrangiamenti e interpretazione.
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