La Tosse Grassa al suo primo cover album. Cover non troppo canoniche…
Prima o poi arriva il momento in cui bisogna misurarsi con le canzoni altrui. Il cosiddetto cover album. Un appuntamento che nessuno ha stabilito, e non c’è obbligo ma una buona forza di rispettarlo. Ogni scusa è lecita per esibirlo: esigenze commerciali, amore incondizionato per uno o più musicisti che in qualche modo si sente la necessità di omaggiare, temporaneo (o definitivo) appannamento dell’ispirazione.
Pippone introduttivo a parte, resta da chiedersi cosa abbia portato La Tosse Grassa a tirare fuori Tale e quale, album composto da sole cover. Solo un attimo però, c’è un nastro da riavvolgere. La carriera artistica di Vanni Fabbri è da sempre immersa nella musica composta da colleghi più famosi di lui: sin dal suo esordio, TG1, risalente al 2012, l’agit-prop marchigiano si è fatto notare per gli spericolati copia e incolla di spezzoni di canzoni meno note e non, assemblate in un unico corpus con risultati devastanti, tonificati da invettive feroci, irriverenti, spietate. Tale e quale cambia la prospettiva: il copia e incolla vive e lotta ancora insieme a noi ma i testi, al netto di qualche modifica, sono presi in prestito da brani editi. Pescando a strascico. Da campioni del trash come Tony Tammaro e Bello Figo, a icone del calibro di Stooges, Suicide, Throbbing Gristle, Emperor, fino a numi tutelari dell’underground tricolore, si parla di Bloody Riot e Negazione, o della provincia più profonda (i Farmacia Comunale, titolari del must Trodica alcolica), per finire a stelle di prima grandezza tipo Achille Lauro e Kate Perry. Saccheggiati dai loro brani più rappresentativi, immersi nel summenzionato copia e incolla. I wanna be your dog, per dire, è tenuta assieme da frammenti, oltre che degli Stooges, di Bauhaus, Rockets e Front Line Assembly, Naja de merda si affida ai contributi (non volontari, sia chiaro) di Jovanotti, Ambra e Truzza. Poi, sparsi qua e là, gli Skiantos, Paolo Conte, Apollo 440, Ennio Morricone, Sylvester, Daft Punk e tanti altri: come da migliore tradizione, tutto e il contrario di tutto. Mano libera anche per quel che riguarda il capitolo interpretazione: a parte qualche caso (ad esempio Rolls Royce, peraltro già uscita qualche mese fa all’interno dell’omonima compilation), non sempre le cover prese in custodia dalla Tosse Grassa rispecchiano gli umori originali: Tutti pazzi, per dire, vira in direzione di un funky allucinato, oppure Patrizia, sorretta in buona parte da Acqua e sapone degli Stadio.
Rimane in ballo la domanda posta poco sopra: perché La Tosse Grassa si è sporcato le mani con un cover album, sia pur così poco canonico? Risposta: son fatti suoi, basta che continui a divertire e a rubare senza ritegno alla faccia della SIAE. Unico appunto: all’interno di Tale e quale circola una sola bestemmia. Il segnale di una improvvisa deriva buonista, forse? Qualche parola sull’artwork della copertina, preso in carico da Tommy Gun Moretti, uno dei migliori fumettisti e disegnatori dell’underground tricolore. Fa curriculum.
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La recensione Tale E Quale di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-05-06 13:33:00
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