Ma come si fa, mi chiedo io, come si fa a non avere un minimo di equilibrio, di modestia, di senso critico quando si dichiarano le proprie influenze? Questi Parampampoli si iscrivono nel database di Rockit e dicono che di ispirarsi, tra gli altri, a John Zorn e Arto Lindsay. Naturalmente, chi smista i cd in redazione li indirizza al sottoscritto, ché tanto a Osini gli piace quella musica lì. Purtroppo i Parampampoli non sembrano averli mai ascoltati, Zorn e Lindsay, o se li hanno ascoltati non li hanno mai imitati o recepiti veramente. E così io mi ritrovo sulla scrivania un altro cd il cui ascolto richiede più fatica che attenzione.
Si può dire che i Parampampoli rientrino, a seconda dei brani, in due folti rami della musica italiana. Da un lato abbiamo i cantautori raffinati ed eclettici, quali ad esempio Vinicio Capossela o Piero Ciampi. Dall'altro c'è tutto il filone del folk irlandese rivisto in senso italiano alla Modena City Ramblers. I brani migliori sono quelli che cercano di uscire da queste coordinate, ovvero "Enotro Story" che tenta qualche ritmo irregolare e "L'assassino Del Presidente" con qualche suono elettronico. Per il resto vedasi quanto detto in precedenza, con l'accortezza che Capossela e Ciampi hanno uno spessore sicuramente superiore.
A parte il fatto che non è certo la musica che preferisco, è difficile dare un giudizio obiettivo, ovvero: cosa può pensare dei Parampampoli l'ascoltatore medio? Per farsi un'idea può essere utile riflettere che il gruppo si è formato nel 1999 e incide oggi il suo primo cd. Se dopo 7 anni nessuno ha ancora saputo niente di loro un motivo ci dovrà pur essere.
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La recensione Nave Cargo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-05-08 00:00:00
COMMENTI (6)
Devo dire che la recensione del primo lavoro dei Parampampoli mi ha decisamente incuriosito. Arto Lindsay e John Zorn sono tra i "Miei" preferiti e l'affinità che ci poteva essere, con questo gruppo, mi ha spinto a contattarli.
Detto, fatto ho messo nello stereo Nave Cargo.
Dopo qualche giorno di ascolto intensivo mi sono andato a rileggere la recensione che avevo "guardato" velocemente.
E sono rimasto basito.
Primo perché lei Signor Osini credo che confonda lo scritto auto commemorativo da giornalino dell'oratorio con ciò che dovrebbe essere un lavoro di critica.
Difficile essere obbiettivi? Direi difficile essere dei buoni giornalisti.
Dalla sua recensione non si capisce altro che a lei "non sono piaciuti". Ma chi siano i Parampampoli e quale senso abbia il loro lavoro, nel suo articolo non c’è niente.
(mi permetta il "Lei" Signor Osini)
Oltre ad una mancanza cronica di un minimo di "Italiano" Signor Osini; va bene che sul Web ci scrivono cani e porci, ma come si fa a giudicare un lavoro di un gruppo con una roba "Scritta" modello "Temino delle medie"?
Titolo: Recensire i Parampampoli.
Suvvia si faccia un po' di cultura, dato che non tutto il vino è Vinicio Capossela.
Il che mi fa sospettare o che lei Signor Osini sia completamente ignorante "In materia" o peggio sia superficiale (Modena City Rumble? Ma cosa ha ascoltato?). E per un critico musicale non saperne di musica è come un atleta essere in sovrappeso. E lei è ingrassato come Moggi, per rimanere nell'attualità; basta leggere qualche recensione sui suoi affiliati.
Comunque complimenti ai Parampampoli e la cito: cosa può pensare dei Parampampoli l’ascoltatore medio?
Mi sembra più preoccupato del suo pulpito, virtuale, più che del suo lavoro, o meglio dell'hobby che ha di scrivere recensioni.
Saluti.
(a mio assoluto sarcastico divertimento)
buon viaggio
personalmente se fossi uno loro preferirei rimanere sconosciuto per sempre facendo pezzi sinceri belli e che emozionano le persone al primo ascolto purchè diventare famoso con pezzi commerciali e fatti senza passione.
pensa bene quando scrivi.
In tutto rockit non ho ancora trovato un vero recensore. questo qui credo sia il più scarso in assoluto.
non conosco nè il disco nè il gruppo, ho letto solo la recensione, però dai un po' di tatto.....
ciao
max
L'ultima frase che hai scritto nella rece dovrebbe bastare (a chi può nella redazione di rockit)a non farti più scrivere una recensione.
Vergogna