Il nuovo ep di Marco Brosolo, una manciata di brani tra spoken word e avvicinamenti a Battiato, una nuova prova della sua interessante natura di autore.
Il nuovo lavoro discografico di Marco Brosolo è un ep eterogeneo, fatto di sei tracce composte in un ampio arco di tempo. Sei elementi che riescono a raccontare alla perfezione quella che sta essendo la parabola artistica dell'autore italiano, ormai da anni cittadino berlinese. Si intitola Col morbo rosa, gioco di parole intellettualoide - richiamo al famoso pezzo di Battisti - che fa da specchio alla personalità artistica di Marco, sempre pronto a dimostrare il suo acume, ma comunque incollato alla cultura pop.
Un lavoro fatto di pochi elementi che vengono fatti risaltare nella loro semplicità, oltre che impreziositi da un arrangiamento volutamente grezzo. Oggi ricercare l'imperfezione può voler dire andare incontro all'autenticità, all'immediatezza della composizione incisa senza troppi abbellimenti. Col morbo rosa prova a muoversi in questa direzione, riuscendoci in parte. L'inizio è senza dubbio la parte migliore. Apre le danze Senso di polpa, interessante brano spoken word, lungo elenco di immagini evocative sputate come un flusso di coscienza. Ich weiss nicht addolcisce le tinte del sound insieme al delizioso intermezzo Classica.
Nella seconda parte invece esce allo scoperto un lato molto meno interessante della scrittura di Marco Brosolo. Ma lasciando da parte la non riuscitissima Nelle macchie, potrebbe essere interessante soffermarsi su Gambi tronchi e Io, due pezzi senza dubbio ben scritti, con un piglio pop assolutamente accattivante, ma con un grosso problema: sono un tentativo di imitazione nemmeno troppo nascosto del maestro Franco Battiato. Niente di male nell'omaggiare, sia ben chiaro, ma lo scimmiottamento di un autore così peculiare e soprattutto così poco imitato, finisce con l'annacquare un lavoro di ricerca e continua sperimentazione come quello del Nostro.
Col morbo rosa non è il miglior disco di Marco Brosolo - abbastanza lontano dalla splendida trasposizione musicale delle poesie di Federico Tavan fatta anni addietro - ma rimane una nuova prova che dimostra il suo non indifferente valore di autore.
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La recensione col morbo rosa di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-03-29 13:29:00
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