Tante forme di arte in un album
Forse mi sono sbagliato, anzi ho proprio cannato in pieno tutto. Ve lo confesso candidamente: questa è stata la frase che con maggiore costanza mi è passata per la testa durante il primo ascolto di questo Project Seven -Anton Mursia and JKF. Già perché il nuovo lavoro del pittore-musicista sardo Anton ha davvero messo a dura prova le mie, magari scarse, capacità di interpretazione. Infatti davanti, per esempio, a un pezzo come omega è chiaro e evidente come i contorni della forma-canzone si vadano a sfaldare praticamente dopo trenta secondi e si entri in una specie di mantra, vagamente pastorale, tutto errabondo che può davvero disorientare.
E poi, dopo il terzo ascolto ecco che, in modo un po' immodesto, posso dire di avere avuto un'illuminazione. Il segreto, se così si può definire, per tentare di comprendere questo lavoro non è sforzarsi ma, semplicemente, lasciarsi andare. Ecco allora che il cantautorato assolutamente sui generis di Anton comincia ad acquisire un senso. E lo fa proprio quando si "perdono ogni ormeggio".
Intendiamoci: questo disco non è un capolavoro, né di sperimentalismo né di cantautorato "classico" ma un ottimo spunto, un buon tentativo di destabilizzare l'uditorio attraverso una forma artistica che, magari non sarà la migliore su piazza, ma è di sicuro propria e proprietaria. Bel coraggio Anton, meno buoni i testi, al di là della capacità rabdomantica quasi di evocare suoni e sensazioni molto differenti gli uni dalle altre.
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La recensione Project Seven -Anton Mursia and JKF di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-06-25 08:10:49
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