Caotico. Se dovessimo utilizzare un aggettivo per descrivere questo album, senza ombra di dubbio, utilizzeremo questo. Eppure, al di là delle possibili interpretazioni, vi assicuriamo che l'attributo non è stato scelto in modo negativo, anzi. Gian Paolo Fioretti in arte “Mux” con "ANCESTRY" è infatti come se scoperchiasse il suo cuore e la sua anima in musica, con pezzi come "El dolor" che senza dubbio colpiscono, anche per i tantissimi, forse troppi, riferimenti incrociati che contengono.
Ma parlavamo del caos giusto? Beh, caos nel senso di forza primigenia che fa scaturire la vita, sì insomma di buono è quello che abbiamo avvertito in questo lavoro che, tuttavia, non ci ha fatto certo applaudire per un'organizzazione ordinata e razionale delle varie influenze. Mux, almeno a nostro avviso, è come se fosse proprio stato bruciato da questa "fiamma del caos", volendo mettere sul piatto tutto e tutti, ogni tipo possibile di sua influenza e di sua passione musicale e non.
Se nei frangenti in cui la musica latina incontra quella elettronica c'è da godere, musicalmente parlando, meno convincenti, sempre per nostro conto, sono i passaggi allo stile urban, proprio perché mal si amalgamo con la soave levità delle scelte precedenti. Eppure, in questo calderone di beat e sonorità, ci sono anche tante, anzi tantissime, cose buone. Bisogna solo avere la pazienza, e l'attenzione, di cercarle e trovarle.
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