Cinque brani emo, nati da questo tempo immobile, per sussurrare un'elettronica introspettiva
Le cinque canzoni dell'EP "Armi Bianche" del trio piemontese "Sindacato" sembrano prevalentemente l'espressione di una filosofia emo, forse accentuata da questo lungo anno e mezzo di pandemia, di solitudine, di tempo immobile e di tristezza. "Asfalto" ha una vena grigia e oscura, con la title-track le strofe prendono più ritmo e raggiungono l'hardcore mentre "Blackout" acquista un piglio quasi rock, anche se sempre un po' sussurrato. I temi toccati nei brani sono per la maggior parte introspettivi ed esistenziali, parlano di fragilità e difficoltà di comunicazione ("Eco") ma in certi punti arrivano a sfiorare alcune forme di lesionismo. Le parti dei tre cantanti suonano sottoesposte e trattate con molti effetti: bisognerebbe tirare fuori quelle voci, dire tutto con forza e convinzione e gridare all'occorrenza ma probabilmente questo tipo di interpretazione è frutto di una scelta artistica voluta. Dal punto di vista sonoro, le produzioni elettroniche su cui poggiano le tracce sono ricercate e interessanti ma, in generale, nella composizione delle canzoni manca ancora un po' d'identità artistica e potrebbe essere interessante variare ulteriormente sia le emozioni sia gli argomenti dei pezzi. Infine nell'ambito della scrittura dei testi sarebbe utile inserire queste stesse sensazioni nell'intreccio di un racconto, di una storia, di una piccola trama, magari con accenni a fatti e personaggi, per consentire all'ascoltatore di appassionarsi e immedesimarsi di più.
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La recensione Armi Bianche di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-07-16 22:20:34
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