Per la seconda volta nel giro di trenta giorni mi trovo ad ascoltare in loop Both Sides of the Sky. Un mese fa, proprio qua su Rockit, ho scritto un profilo su Giacomo Giunchedi e più in particolare su questo suo ultimo progetto, Sacrobosco. Ho parlato del suo stile, del suo primo EP Dam, e chiaramente anche di questo disco, il suo primo full-length. In questa nuova full immersion, ho realizzato qualcosa di cui prima non mi ero accorto e che ritengo sia importante menzionare per descrivere questo album a chi non lo avesse mai sentito: questo è un lavoro da ascoltare in una stanza buia. Mi spiego meglio. Ogni singolo elemento di Both Sides of the Sky, dall'enorme reverb applicato ad alcuni suoni, ai serpeggianti arpeggi dei synth, fino ai martellanti strappi ritmici di alcune tracce, pare quasi stare stretto in una stanza di cui si possano vedere chiaramente le pareti, i confini, le limitazioni. Quindi, pur continuando a sostenere che questo sia un ottimo album così com'è, immaginarmelo a tutto volume in un club mi esalta.
Sarà forse complice anche la lontananza forzata e prolungata da questi luoghi, però quando ascolto Nightingale, la terza traccia del disco, non riesco a pensare ad altro. Penso a come le stab dei synth, che in apertura del brano partono incerte e quasi impaurite, nel loro crescere, intersecarsi e accavallarsi l'una sull'altra andrebbero a spingere le pareti della stanza, ampliandola a dismisura, giocando con il modo in cui percepiamo lo spazio che ci circonda. Il fluire semplice e naturale di questa traccia così rilassata e sognante nelle due che seguono rende la sezione centrale di questo disco quella migliore. Seraphim riprende la costruzione melodica paziente della traccia che la precede ma aggiunge elementi ritmici che via via le conferiscono un carattere urgente e un passo aumentato, che vengono sublimati alla perfezione nella quarta traccia del disco, I Love Hell, che parte con un piglio sinistro e predatorio sospinto da un gigantesco kick che pare davvero uscito dalle profondità degli inferi.
Both Sides of the Sky è un ottimo album, ben costruito e composto, e fidatevi di me, subito prima di farlo partire, spegnete la luce.
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