Con Tutti gli animali del mondo, la band LaPara, nata nel 2018 a Bologna, si lancia fuori dalle mura di casa, gettandosi a capofitto in progetto in grado di distinguersi per la particolare costruzione dei brani, sviluppati su più livelli che emergono e catturano già dai primi ascolti.
Uno degli aspetti più interessanti dell’ep è la scrittura, frammentaria, costruita su immagini rubate in parte alla quotidianità e in parte a dei mondi onirici, delicati, in grado di creare un contrasto d’impatto; le frasi, molto spesso ripetute ossessivamente, si trasformano all’interno delle canzoni quasi in dei mantra, che partono dalla cameretta in cui sono nati per diventare poi universali e anche un po’ parte delle vite degli altri.
Se ci si lascia trasportare all’interno delle canzoni è evidente come la scelta del sound non sia casuale, ma anzi, è molto curato, per quanto resti lo-fi, e cattura le parole tra le note, tanto da sembrare una normale estensione della voce (che in alcuni momenti, ricorda molto l’impostazione che aveva Maria Antonietta nei primi album) di Rebecca Paraciani (inoltre, alla produzione troviamo Giacomo Gelati degli Altre di B).
Riff essenziali di chitarra vengono uniti a beat e ritmi coinvolgenti, con un risultato che nel complesso rimane abbastanza semplice; colpiscono i rumori di sottofondo lasciati in alcuni brani, insieme ai riverberi, che ci ricordano dell’ambito casalingo in cui si è sviluppato l’ep.
Anche se breve, essendo cinque canzoni per un totale di circa quindici minuti, il lavoro non risulta per questo meno coinvolgente. Tra le tracce che lo compongono a spiccare molto sono Plastica per l’opposizione tra il sound leggero ed il testo che, per quanto potrebbe sembrare irrealistico e spensierato, con la sua poetica malinconica va a tradire una certa angoscia di fondo, e Traballa, un inno circolare che passa da uno sguardo verso l’oscurità dell’esterno, sempre più inquietante dopo tutto questo tempo in casa, ad una volontà di liberarsi e lasciarsi andare, anche se sembra non esserci mai abbastanza tempo per questo tanto agognato ballo liberatorio.
Tutti gli animali del mondo è un ep sincero, intimo, curioso e non banale; la band è riuscita a definire sin da subito una sonorità ben precisa, distinta dal semplice lo-fi amatoriale, oltre che un proprio universo immaginativo, a volte difficile da comprendere ma non per questo meno interessante da scoprire.
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