Quella provincia cronica che aggroviglia un po' tutta l'Italia ad esclusione delle grandi città finisce per diventare lo sfondo di questa nuova fatica discografica di Luigi Bussotti. Firmandosi col moniker Adult Matters, la primavera 2021 segna la pubblicazione di “Flare Up”, il seguito di “Endings” per la label Coypu Records.
Otto brani che, a detta del diretto interessato, segnano un punto di rottura con i trascorsi: il passato resta solo un ricordo che non trova più residui nel presente, e la narrazione del proprio percorso personale respira libertà in composizioni strumentali caratteristiche e dalle influenze peculiari. Perché “Flare Up” è fatto di incontri fra dimensioni analogiche e digitali quasi goffe, in quel senso crepuscolare del termine che segna qualcosa di speciale ma al tempo stesso di ingenuo ed incerto; è skinny love tra folk e rock lo-fi, con quella tensione emotiva timida che rimanda alla canzone firmata Bon Iver, realtà artistica che insieme a Neutral Milk Hotel ha di certo lasciato il segno in Adult Matters. Un po' Pixies nei passaggi più acidi, questo album si mostra carismatico e personale a prescindere dai riferimenti denotabili lungo tutta la proposta d'ascolto: c'è sempre qualcosa di inaspettato dietro l'angolo, sia un vocalizzo incerto, coinvolgente e sofferto, oppure un'esplosione istantanea di suoni prima del ritorno sui consueti binari.
È la vita, e Adult Matters la racconta in tutte le sue incertezze ed i saliscendi emotivi: la sua seconda volta in studio di registrazione produce un disco che sa cosa dire e come vuole comunicarlo. Il concept artistico è ben messo a fuoco e restituisce qualcosa di personale in una scena che è spesso vittima di esercizi di stile. Luigi Bussotti è così, e la musica segue il proprio binario puntando, convinto, verso la terza release.
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