Un esordio discografico molto atteso che si gioca sulla strada del compromesso
Ancora prima che il suo primo album vedesse la luce, Madame aveva già appuntate sul petto diverse medaglie al merito. La più brillante (e recente) è stata certamente quella di essere riuscita a presentare al pubblico generalista per eccellenza una proposta musicale innovativa ma al tempo stesso popolare, dalla quale sono venute alla luce importanti doti compositive e interpretative, insieme ad una significativa presenza scenica, non trascurabile in relazione alla giovane età. Attraverso lei e la sua “Voce”, la nuova generazione di rapper/trapper si è affacciata al Festival di Sanremo mantenendo intatte le caratteristiche del proprio suono e riuscendo a raccogliere un consenso pressoché universale.
Di Francesca Calearo del resto si era iniziato a parlare già ben prima dell’esperienza dell’Ariston: il contratto firmato con la Sugar Music a sedici anni, una manciata di brani usciti negli ultimi due anni, alcuni featuring “di peso”, avevano acceso su di lei i riflettori sia per il valore di alcune composizioni che per il ruolo che nel corso del tempo l’artista vicentina ha iniziato a ricoprire, quello di un modo nuovo di interpretare la figura femminile nel rap, contrapponendosi a stilemi e pregiudizi di un mondo di per sé fin troppo maschile e maschilista.
Una piccola rivoluzione culturale ancora prima che musicale, volta a ribaltare gli schemi: “Voce” che a Sanremo vince il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo e il Premio Lunezia per il valore musical-letterario della canzone, è una risposta significativa a chi obietta che i generi più in voga tra i giovani di oggi abbiano testi superficiali, autoreferenziali o semplicemente brutti.
Premesse necessarie queste per inquadrare un fenomeno importante all’interno della nuova musica italiana, per il quale il termine “aspettativa” rispetto ad un intero album suona quasi come un eufemismo.
Al netto di alcuni brani già noti, il menu del disco è piuttosto ricco: sedici le tracce totali, diversi i produttori che ne hanno curato le musiche, moltissimi gli ospiti dietro al microfono.
Proprio per questo motivo, il risultato complessivo è difficile da decifrare: nel cercare di non deludere l’attesa, Madame sembra voler essere molte cose diverse e l’impressione è che per la sua prima produzione discografica si sia voluto percorrere il sentiero, apparentemente sgombro di pericoli, di un pop radiofonico di sicuro successo, piuttosto che coltivare direttamente il talento dell’artista e assecondarne la naturale evoluzione.
In questo senso, troppo bruschi appaiono i passaggi tra il pop ricercato di “Voce”, le sperimentazioni provocatorie di “Clito”, le atmosfere profonde e tormentate di “Istinto”, il rap diretto e intenso di “Amiconi” e “Vergogna”, che mostrano una cifra stilistica ben delineata e mettono a fuoco le potenzialità del suo talento, e i pezzi costruiti per arrivare a un pubblico trasversale: il funky spensierato de “Il mio amico”, insieme a Fabri Fibra, la ballad radiofonica “Bugie”, insieme a Rkomi e Carl Brave, l’inevitabile apertura esotica dal sapore estivo di “Babaganoush", con i Pinguini Tattici Nucleari. Canzoni che, pur ineccepibili da un punto di vista tecnico e perfettamente in linea con lo spirito del tempo, spostano il gioco verso altri lidi, artisticamente meno stimolanti ma buoni sicuramente per le aspettative commerciali.
Nella stessa direzione va la scelta di un numero così elevato di featuring, anche se sono davvero pochi i casi in cui i duetti funzionano davvero: “Luna” con Gaia, coinvolgente nel ritmo e nelle intenzioni e “Tutti muoiono” con Blanco, in cui i due sembrano parlare una lingua comune.
Per il resto, tutto funziona come dovrebbe, nel segno del compromesso, con la scrittura di Madame che sa sempre adattarsi alle circostanze: i brani prodotti dai Crookers sono quasi sempre irresistibili grazie ad un sound che rimanda a suggestioni house, con la già edita “Baby” a scaldare gli animi e l’intensa “Mami Papi” destinata a diventare un nuovo classico del suo repertorio.
Adesso che le carte sono scoperte sta a Madame decidere cosa vuole diventare, se inseguire i sentieri del (facile) successo o provare a costruire qualcosa di diverso, di nuovo, di stimolante: le qualità ci sono tutte, in ogni caso.
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La recensione Madame di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-03-23 11:17:00
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