La band di Ferrara ci porta negli anni '90 dei primi Nirvana, con un mix folgorante di hard rock e grunge
Secondo capitolo per la band ferrarese Bodoni, che torna sulla scena rock italiana con l'album Domestik Violence. Nico (voce e chitarra), Danny (batteria), Memo (chitarra) e Parme (basso) catturano note e stile del rock anni '90 in un ottimo disco, veloce ed efficace, dal buon mix tra hard rock e grunge.
Un album maturo molto ben registrato da Federico Viola all'Animal House Studio, che dà, già al primo ascolto, la sensazione di trovarsi proiettati in una dimensione dominata da arrangiamenti e armonie tipiche del genere di cui furono i massimi esponenti i Nirvana con il loro primo lavoro Bleach, caposaldo della cultura grunge degli anni '90.
Apre le danze, dopo una breve intro strumentale, Blinding Figure of Desire, che anticipa il tema dell'album, tra ampli e distorsioni, chitarre aperte, assoli con gain tirati a dovere, il basso con buona dose di saturazione e compressione una valida linea drum e la voce che fa egregiamente il suo lavoro. Il corpo centrale del disco, con Sharp Toe, Influencer Influenza, Coming Over? e Midtown Massacre, risulta essere la parte più interessante del lavoro della band, che mette in fila 12 minuti di ottimo rock, mentre delle 10 tracce che compongono il disco, Restroom Stigma risulta essere quella più "nirvaniana".
Un disco che ha dalla sua la straordinaria capacità di trasportare l'ascoltatore per poco più di mezz'ora a periodi lontani nel passato. Coraggioso l'approccio grunge della band, che già con il primo lavoro Liveb aveva dato spunti di discussione e interesse per il mondo Bodoni. Decisamente una band che per gli amanti del genere può rivelarsi una scoperta preziosa.
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La recensione Domestik Violence di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-06-21 14:35:00
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