Si conclude il viaggio nel tempo di Achille Lauro, che proprio come l’amatissimo Ritorno Al Futuro, chiude la trilogia con una buona prova, seppure meno forte delle precedenti
Da Sanremo 2019 ad oggi, Achille Lauro è diventato il nostro Marty McFly, viaggiatore nel tempo tra epoche musicali e non. Dopo 1969 e 1990, la conclusione di questa trilogia è 1920, un album a nome Achille Lauro & The Untouchable Band, perchè figlio di una sessione con una Big Band, sotto la direzione di Dino Plasmati e con la produzione di Gow Tribe e Gregorio Calculli.
Dopo il rock&roll e la dance, stavolta siamo nel territorio del jazz, ma per quanto tutto suoni vivo – buona parte dell’album è stata registrata in presa diretta – l’operazione di conoscenza del mondo swing è più estetica che altro. Parlati, rime con parole tronche, nomi di donne e di città, accenti sghembi, canzoni compilative: nei tre inediti del disco troviamo gli elementi ricorrenti e distintivi della scrittura di Lauro, ma filtrati attraverso swing, ragtime, scat e charleston.
Chicago è la presentazione perfetta dell’universo narrativo in cui stiamo per entrare, Pessima è una Eri Piccola meno potente e Piccola Sophie trasforma il Nostro in un piccolo crooner. Due riletture: Cadillac che già suonava retrò in 1969 e Bulgari (con Izi e Gemitaiz) pare uscita dal Moulin Rouge di Luhrmann. C’è posto anche per le cover: una rispettosissima Tu vuò fà l’americano insieme a un cultore di Carosone come Gigi D’Alessio – molto meglio di molti tentativi maldestri sulla stessa canzone – e Jingle Bell Rock con Annalisa che posiziona 1920 come ciò che è: una strenna natalizia di lusso.
Nelle otto tracce di 1920, citazioni a Lucky Luciano e Frank Sinatra, a The Mask (“Spumeggiante!") e Gli Aristogatti ("Tutti quanti voglion fare il rap"), riferimenti al proibizionismo e ai night, in un side project in maschera che ha l’aria di quelle feste a tema anni '20, ma con una band di eccezione, in cui la voce di Lauro, per fortuna, appare comunque a proprio agio (il ragazzo ha avuto una crescita vocale notevole, va detto).
In attesa di un vero nuovo album, si conclude il viaggio nel tempo di Achille Lauro, che proprio come l’amatissimo Ritorno Al Futuro, chiude la trilogia con una buona prova, seppure meno forte delle precedenti.
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La recensione 1920 - Achille Lauro & The Untouchable Band di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2020-12-04 00:00:00
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