LOUD degli Holebones è un blues d'annata che suona fresco
LOUD degli Holebones è l'omaggio ai padri del blues del supergruppo milanese al primo disco. Formato da Andrea Caggiari, Heggy Vezzano, Leif Searcy e Niccolò Polimeno, il progetto ha visto il proprio esordio discografico ad aprile, con LOUD appunto, un album di cover di grandi brani del blues, riadattati in chiave moderna.
Un lavoro che per il concept rimanda subito a Delta Kream dei The Black Keys, album in cui il duo americano ha reso omaggio al blues del Delta. Per quanto riguarda le sonorità, però, i due dischi non si somigliano in modo particolare. Infatti, mentre in Delta Kream il suono rimane più vicino a quello della tradizione, seppur con dei forti tratti moderni, in LOUD l'intento è quello di creare qualcosa di nuovo, senza però rinunciare all'identità dei brani coverizzati.
L'album è caratterizzato da uno slancio doppio, quasi disorientante, in quanto tendente in due direzioni opposte. Da un lato, infatti, ci fa viaggiare all'indietro, verso atmosfere tipiche di quel blues, e al contempo ci proietta in avanti, grazie alle sonorità moderne proposte dagli Holebones.
L'aggettivo moderno non deve, però, far pensare a una totale denaturazione dei brani: siamo, infatti, di fronte a quello che potremmo chiamare riadattamento. I brani suonano come suona un blues oggi, che ça va sans dire, non è come suonava cinquant'anni fa. Con buona pace di qualche purista che potrebbe storcere il naso, così come viene storto di fronte ai lavori di Joe Bonamassa, reputato quasi impuro.
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La recensione LOUD di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-09-28 12:23:00
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