Tanta (forse troppa) varietà per un disco interessante che a volte fatica a mostrare la propria personalità
Oh My Dear Deer! è un divertente gioco di parole che svela un musicista che verosimilmente fa tutto in casa/studio, ma non ci metteremo la mano sul fuoco perché le note biografiche sono talmente laconiche da non farci capire granché. Consiglio non richiesto: se presentate un disco, sempre meglio parlare un minimo di voi perché chi siete, come registrate, cosa vi ispira, fa tutta la differenza del mondo se siete piuttosto sconosciuti.
In questo disco di nove tracce c'è un po' di tutto, e anche se l'artista ci tiene a precisare che è un progetto nato da -svuota cestino-, la realtà è che al suo interno c'è tanta elettronica di mille generi diversi, dalla pseudo Clock DVA di Kel.D51 all'indietronica di Ed thinks and no one cares, passando per le atmosfere alla Cornelius di Entactogen, agli esperimenti di breakbeat e dubstep, quelli più ambient di Tore Supra, al minimalismo di Megalodonte, alle sperimentazioni di El Glaciar, fino a fare il giro e a tornare all'indietronica della finale Procrastination.
Un sacco di lavoro per un disco divertente, interessante, che vale più di un ascolto. Un progetto che, se avrà voglia, ha tutte le carte in regola per trovare la propria strada e focalizzare l'attenzione più sull'omogeneità e sulla riconoscibilità che sulla quantità di generi e sottogeneri proposti.
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La recensione Nevrasse di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-07-02 13:56:00
COMMENTI (1)
@simonestefanini Grazie mister!