Morsa è un nuovo inizio per Serena Altavilla, l’esordio con un progetto solista per la cantautrice dopo più di un decennio di militanza in band come BabyBlue/BlueWilla e Solki e l’esperienza sul palco e in studio con Calibro35, Mariposa e molte altre band della scena alternativa italiana.
L’album è un percorso di ricerca interiore a partire dal concept del morso della tarantola, che dà inizio al processo di purificazione e che prosegue attraverso lo smarrimento. Le liriche raccontano dell’anima come un luogo in cui perdersi, mentre spettri del passato e del presente rincorrono la protagonista, fantasmi interpretati egregiamente da synth atmosferici e riverberi ampi sulla voce.
Si rincorrono suoni iperelettrici e distorti con altri pulitissimi e concreti, strofe sghembe e ritornelloni cantabilissimi – Distrarsi –, giocando con elettronica e tradizione melodica tipica italiana. I labirinti sonori aperti da Nenia, vero manifesto del disco insieme a Epidermide, e che caratterizzano la prima parte dell’album, trovano liberazione nella leggera Un bacio sotto il ginocchio, per poi ritornare ad indagare paure e ricordi, con l’episodio strumentale Forca a farci approfondire ancor di più questa indagine.
Le sonorità sono parte integrante del racconto, e portano il carico di esperienza dei musicisti d’eccezione che hanno partecipato al progetto, da Enrico Gabrielli e Fabio Rondanini a membri di Any Other e Fine Before You Came e una lista lunghissima e variegata di altri grandi nomi che hanno aggiunto pregio alla produzione curata da Marco Giudici.
C’è qualcosa della Mina anni '60 nelle linee melodiche, ma anche l’ultimo Bowie di Blackstar, o alcuni riflessi alla Björk negli arrangiamenti vocali, soprattutto nei brani più lenti ed ariosi. La struttura classica e convenzionale delle canzoni inciampa su curiose trovate nell'arrangiamento, controtempi che rinnovano l’attenzione, ritmiche imperfette a descrivere l’instabilità di questo viaggio dentro sè, con echi spettrali ad avvolgere una voce sincera, ricca di esperienza e che sul finale dell’album si rivela nuda, finalmente libera, rigenerata. Nuova.
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