Lo-fi sviluppato con perizia e cura dei particolari. Stefanelli confeziona un bel disco, un pensiero laterale sull'estate da vivere con lentezza e senza caffeina.
La più recente forma artistica di Stefanelli riconduce al suo cognome, e dopo una manciata di singoli arriva il momento di stringere il cerchio attorno il primo extended play: “No Coffee” è l'album pubblicato nella più recente primavera, licenziato da Artist First e prodotto dallo stesso autore in collaborazione con Massimo De Vita (Blindur).
La passione (più che condivisibile) per Peter Hook, condita da abbondanti dosi di detune e chorus, plasmano sette tracce da ascolto lento, rimarcando il concetto espresso a partire dal titolo: lontano dalle frenesie della caffeina c'è spazio per un lo-fi ortodosso e rigoroso, dolce ma al tempo stesso deciso e curato con grande attenzione per i particolari. Registrato tra aprile e maggio 2020 su nastri di cassette, questa proposta d'ascolto restituisce ai timpani tutta quella grana di una produzione che rifiuta cosmesi plastica, a favore di un approccio indipendente nel senso più vero del termine: Stefanelli introduce l'ascoltatore nel suo cosmo di rarefazioni e flusso creativo, per uno spleen tutto personale, non per questo necessariamente ermetico.
Perché una fra le caratteristiche più belle di “No Coffee” sta proprio nel saper dialogare col fruitore in modo sincero, affascinante e magnetico: oggi è una di quelle domeniche dove tutto il mondo è a mare ed io mi sento catturato dalla malinconia, quindi percepisco qualcosa di più in un nesso casuale ascoltando proprio oggi l'album firmato dall'artista partenopeo.
L'estate non significa solo raggi di sole, cassa in quattro e leggerezza forzosa: ognuno può viverla come vuole, e Stefanelli ci ricorda che anche la musica può sviluppare un pensiero laterale qualitativamente valido attraverso un disco prezioso, messo bene a fuoco e che merita ulteriori sviluppi.
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La recensione No Coffee di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-07-04 00:01:09
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