Il nuovo album di Jack Brain pesca liberamente dal post punk, dall'alternative e dal jazz
Giacomo Casile è una figura prolifica della scena musicale calabrese, già all’opera su diversi progetti negli ultimi anni (tra gli altri, Insomnia Creep e Greetings from Terronia) e Jack Brain è la sua incarnazione solista, un progetto di cui si occupa di tutti gli strumenti e che con questo Midnight Songs è già arrivato alla quinta fatica discografica. Le 13 canzoni della mezzanotte sono una sorta di pasticci indie rock post moderno, brani dalla solida anima rock che traggono linfa da uno spettro di mood e linguaggi limitato nel numero ma esteso nel tempo e nel suono. Il baricentro del lavoro è tra la malinconia tardo industriale del post punk con i suoi ritmi asettici e la polvere delle distorsioni alternative e grunge, in cui come schegge imprevedibili possono interpolarsi deviazioni jazz. Andamenti bossa nova (Spellbinding), shuffle jazzati (Stupify) e interventi di sax avvicinano il lavoro al filone delle commistioni post-punk alternative più interessanti a cavallo tra ‘80s e ‘90s; un discorso molto più stratificato di quello che appare a prima vista dietro la patina indie rock, frutto anche una produzione molto semplice, “secca e tesa”, probabilmente pensata in questo modo, ma non sempre in grado raccogliere le tante suggestioni lanciate da Jack Brain nelle 13 tracce del disco. Forse è proprio sul fronte dei suoni che si può proseguire e approfondire una ricerca che sta decisamente iniziando a farsi interessante.
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La recensione Midnight songs di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-07-24 15:38:04
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