Un disco doloroso e sinistro, per gli amanti delle atmosfere horror, solo che in questo caso l'orrore è reale
Quando si parla di compositori contemporanei, non possiamo non includere in quell'insieme anche Nicola Manzan: da oltre quindici anni mente del progetto Bologna Violenta, incline al noise e al post hardcore, è stato turnista anche nel Teatro degli Orrori, ma mai lo avevamo sentito così a fuoco come in questo concept La città del disordine, in cui traspone in musica le cartelle cliniche di alcuni ex degenti del padiglione Lombroso, nel ex Ospedale Psichiatrico San Lazzaro, a Reggio Emilia.
Un padiglione che per oltre un secolo è stato luogo di tormento e costrizione, come scrive Giorgio Moltisanti nell'articolo di approfondimento (che vi invitiamo a leggere), e che Nicola ha visitato fino a immergersi totalmente nelle vite delle persone che vi hanno, per così dire, soggiornato. Melodie che volta per volta sembrano prese da film dell'orrore muti degli anni '30 (Adele B.) o degli anni '70 (Isabella Z. M., Carolina D.), sinistro ambient (Vincenzo O.), dissonanze estreme che si ricongiungono parzialmente a melodie scombussolate (Arcangelo L.), echi di danze popolari medievali (Cristina M.), sperimentazioni synth vicine al kraut rock (Concetta G.) o melodie finite, cinematiche (Arturo A.), che pian piano si trasformano in un incubo.
Un disco perfetto per gli amanti dell'horror e delle atmosfere cupe, solo che l'orrore in questo caso è reale, quindi da trattare col massimo rispetto, perché un'aberrazione come quella dei manicomi non sia più neanche contemplabile.
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La recensione La Città del Disordine di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-07-06 15:17:00
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