Il viaggio introspettivo di Pico incontra un approccio strumentale libero alle contaminazioni. Un buon ascolto di metà settimana.
Ludovico Izzo arriva da un'isola (Procida, precisamente) ed utilizza il nome d'arte Pico. A coronare un lustro fatto di musica pubblicata in spirito di totale indipendenza, e dopo le collaborazioni con il collettivo Ars Nova, i tempi sembrano maturi per firmare un nuovo extended play di inediti: il risultato è “Gris EP”.
Diretto sequel di “Noir EP" (marzo 2020), in queste sette tracce inedite il cantautorapper campano imposta un viaggio introspettivo che parte dalle sonorità urban per collegarsi al lo-fi ed uno stile narrativo proprio del soul. Le contaminazioni di genere assumono contorni quasi jazzistici, perché gli elementi vengono miscelati senza timori di sorta e senza precludersi, a priori, degli incontri strumentali; sul piano testuale Pico dimostra buona padronanza del registro espressivo, lasciandoci entrare nella sua quotidianità in punta di piedi, sfruttando una prospettiva privilegiata.
Discreto, elegante, incisivo: questo nuovo album conferma i sentori aprezzati lo scorso anno, ponendo il nostro in scia al percorso evolutivo intrapreso da artisti del calibro di Ghemon. C'è ovviamente tempo e modo per continuare a crescere, ma il dato di fatto è che Pico può lavorare con serenità perché ci sono basi convincenti per continuare a darci buona musica. Un po' underdog come la sua isola a confronto delle più note Capri ed Ischia, la realtà parla di una piacevolissima scoperta di metà settimana.
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La recensione Gris Ep di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-07-07 00:10:11
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