Mirko Galli e Niki Gresteri, reduci dall’esperienza punk/shoegaze dei Cumbre, inaugurano il loro nuovo progetto Autorock componendo la colonna sonora per la trasmissione radiofonica Zona di esclusione, incentrata sul racconto delle vicende legate a Chernobyl e Prypiat, le due cittadine sovietiche diventate tristemente note per il disastro nucleare che le ha investite. Un compito non facile, quello di creare un accompagnamento adatto a narrare uno dei più grandi disastri nucleari della storia.
Per fare ciò il duo guarda all’industrial e a tutta l’elettronica più cupa e claustrofobica: i sei brani strumentali sono un susseguirsi di distorsioni e ruvidità tali da riuscire, in più passaggi, a mettere a disagio l’ascoltatore. L’immaginario automatizzato e alienante dipinto dagli Autorock – sul quale incombono le ineluttabili influenze dei Nine Inch Nails più feroci – toglie all’ascoltatore ogni punto di riferimento, ogni possibilità di aggrapparsi a qualcosa di familiare: ci si ritrova catapultati improvvisamente a vagare in un titanico complesso industriale, all’interno del quale un’assordante cacofonia di ingranaggi, leve, tubature e macchinari d’ogni sorta compone una bizzarra armonia che rimane però totalmente aliena a qualsiasi tentativo umano di comprenderla.
Non resta che abbandonarsi, durante questo ascolto, a contemplare i prodigi e misteri di una tecnica che non comprendiamo e che spesso ci sfugge di mano, come il disastro di Chernobyl testimonia chiaramente, nella speranza di poter quantomeno penetrare la sua inconsueta idea di bellezza.
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