Alberto Nemo veleggia verso la boa della 50ª pubblicazione discografica in appena una decina d’anni di carriera, impegnato nella crociata di produrre ore ed ore di musica che, tra inediti e cover, rispecchi la sua idea “nemizzata” della musica. L’album presenta il consueto mix di musica classica e sacra, ambient ed elettronica, segnato naturalmente dal protagonismo della notevole estensione vocale del cantante veneto e della sua gamma di colori, oscillante tra bassi scurissimi e acuti cristallini. Nemesi, prima ancora che un gioco di parole col cognome il cantante, è uno dei concetti di giustizia greca (dal greco némō, distribuire) e però, nel linguaggio corrente, indica un nemico giurato, un avversario implacabile. Questo coacervo di significati si traduce in un album che, all’interno dello spettro emotivo dell’opera di Nemo, si situano in una parte abbastanza bassa, quella dei toni cupi. Declinati tra panorami puramente ambient, pad vocali tra cui spicca l’interpretazione cavernosa e quasi gregoriana del classico dei Nirvana Come As You Are, e composizioni più orientate verso la forma canzone, con innesti ritmici che riportano il tutto verso atmosfere trip-hop (Nemesi, Ular). L’opera di Nemo è un leviatano, un universo in espansione rapida che, un po’ come è la realtà fittizia delle borgesiana Tlon, sembra voler prendere e sostituire la musica intera. Noi gli auguriamo di farcela, figurativamente. Sperando che una super produzione del genere in un linguaggio di nicchia, più che disorientare il pubblico, serva solo da linfa per una corposa attività live.
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