Oblivion Of The Mind è un progetto cominciato qualche anno fa, all'insegna di un'elettronica compatta, fatta col sequencer. Si tratta di musica nebbiosa che si autoalimenta ripetendosi, in loop, andando a creare paesaggi più o meno rassicuranti. Al lavoro nella totale indipendenza, e nel DIY per quanto riguarda grafiche e cover, in primavera è uscito un nuovo disco, Black Hole Heart.
Un concept fatto di suoni computerizzati e influenze techno, che segue sonoramente la vicenda di una nave spaziale, alle prese con una serie di eventi che la avvicinano a un buco nero. In 11 tracce Oblivion Of The Mind riesce a dare un certo gusto alla sua produzione, creando contrasti tra i vari momenti della "narrazione", evitando di cadere nel tranello del caos che crea passione nell'ascolto. In questo senso Sweet Peace spicca dopo Let Me Go per quel fiato in più che concede, per quell'incedere elegante prima dell'arrivo delle distorsioni finali.
Nei nobili tentativi di sperimentare tra le maglie del linguaggio dell'elettronica Black Hole Heart cade ogni tanto, è imperfetto e rischia di impantanarsi. Nella seconda parte è la prevedibilità di alcune scelte a far calare l'attenzione, prima di un finale assolutamente azzeccato e solenne, Omniverse Illusions, che si accontenta di una struttura spoglia, di archi computerizzati, per darci l'addio, dall'orizzonte degli eventi. Nel suo essere ancora rudimentale Oblivion Of The Heart è un progetto che si regge totalmente in piedi grazie a una seriosità di fondo, che si muta subito in credibilità
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