Voci eteree e sontuose, atmosfere cupe e affascinanti, chitarre semplicemente meravigliose. Un disco che rapisce al primo ascolto.
I primi, stordenti, 50 secondi di questo disco, con il loro ridondante e sporco procedere ci proiettano immediatamente in una cupa atmosfera rock. Molto bello. Subito dopo tuttavia appaiono quasi come allucinazione le bellissime voci corali che non possono far pensare che ai Depeche Mode ma anche al Michael Fassbender del film Frank.
I riferimenti si potrebbero sprecare ma la verità è che i God in Panic hanno stile da vendere e la loro riconoscibilità e originalità è indiscussa. Da chitarrista quale sono ho letteralmente amato le chitarre di questo disco. Pulite e precise, incisive e mai "timide", solidi e ben costruiti gli arrangiamenti. In The Sleeping stars, oltre al bel testo, si ritrova un'efficace interpretazione di Vincenzo Ingraldo - cantante e fondatore della band - e una grande cura nel mastering generale. Dal punto di vista tecnico si sente tutto il grande lavoro fatto in studio di registrazione per rendere questo disco - prodotto da la vigna dischi - davvero di ottima qualità, al pari di una major.
Il disco è un concentrato di rock sperimentale, neo folk e industrial dai connotati arcani, dark e affascinanti. Senza dubbio un lavoro che sa lasciare il segno nell'ascoltatore. Non mancano gli elementi elettronici sempre mixati al suono della chitarra acustica, sempre centrale nell'album.
Si tratta del secondo disco per i siciliani God in Panic e si nota la crescita compositiva e qualitativa della band. Un lavoro immagino arduo da compiere ma che avrà regalato soddisfazioni in primis agli autori e secondariamente a noi ascoltatori che speriamo di poterlo ascoltare dal vivo, il modo migliore per godersi appieno questo album.
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La recensione Codex Argenteus di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-07-23 21:31:45
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