Rock alternativo sapiente e strutturato con dovizia di dettagli: suona bene l'esordio magmatico dei Fireground.
Il magma bollente della terra vulcanica dei Campi Flegrei è il background che permette ai Fireground di maturare il proprio suono e plasmare, nel giro di un paio d'anni, il proprio disco d'esordio: un album omonimo licenziato dalla VREC, per la produzione artistica di Pietro Foresti.
Nove tracce che vanno dritte al sodo, al nucleo pulsante di un alternative rock sapiente e strutturato con dovizia di dettagli: la scelta linguistica inglese spalanca i confini di questo progetto, che può mirare all'Europa continentale grazie ad una selezione di canzoni che costituiscono un assaggio molto consistente di cosa hanno da dire i quattro campani e come vogliono dirlo. È una proposta d'ascolto suonata in modo implacabile, senza lasciar spazio a campionamenti o succedanei sintetici: tra (molto) analogico e (poco) digitale, c'è tutta l'anima, il sudore e l'energia profusa nei mesi passati in studio di registrazione.
Sicuramente non c'è voglia di correre dietro alle tendenze del momento o prestarsi in qualsiasi modo alle mode discografiche: i Fireground debuttano con un lavoro già maturo, grazie anche alla produzione artistica di assoluto rilievo ed un rapporto proficuo con la propria label. Strada spianata alle evoluzioni che verranno, siamo fiduciosi che si possa continuare in modo valido il discorso artistico impostato in questa prima, significativa volta.
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La recensione Fireground di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-07-12 05:24:42
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