Che bello quando in redazione ci arrivano dischi come questo Alda Merinos di Croce Atroce. Già perché si scatena, quasi nell'immediato, una sorta di vulcanica discussione tra chi sostiene che l'album sia buono, anzi buonissimo e chi è invece meno convinto sull'interesse artistico dell'opera. Ecco, faccio subito un atto di onestà nei confronti di chi sta leggendo: io, neppure fossi un democristiano, mi pongo esattamente nel mezzo. Nel mezzo visto che ne riconosco i meriti artistici e, soprattutto, ideologici ma non sempre la realizzazione. Vado a spiegare che è meglio.
Quando, nella scheda di presentazione del disco, leggo (perdonate la lunga citazione): "Rappresentante eletta di “Alda Merinos” è la Croce Atroce, drag del Toilet e co-autrice del disco. In realtà questa per noi è solo una formalità, l’album appartiene a tutt*.Perché il titolo “Alda Merinos”? Per dare tributo ad una grande poetessa (Alda Merini, appunto), perché la forma dei testi prima della loro messa in musica era quella della poesia (forzata e “ignorante”, l’opposto di quella di Alda), perché nel mondo drag che vogliamo un po’ rappresentare, è consuetudine denominare personaggi usando nomi propri di gente celebre, storpiandoli, non per prenderli in giro (anzi, al contrario, per renderne omaggio) bensì per perculare noi stess* (riappropriandoci di quello scherno che spesso il mondo esterno tende ad attribuirci)" sono felice perché trovo tutte queste motivazioni meravigliose.
Poi quando invece ascolto, per intero, un pezzo come Lilly Love meno. E non perché la canzone sia brutta di per sé quando perché, almeno a mio gusto, un pizzico di post-produzione in più, riflessione sugli arrangiamenti e, perché no, pulizia sonora avrebbero dato un tocco in più alla canzone. Un tocco che, per me, qui manca ma che invece c'è, ad esempio, in Lana Vergine o Il segno della X. Insomma una montagna in musica imperfetta ma molto interessante!
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