The Andre, dopo le cover di canzoni trap con la voce di Faber che l'hanno reso famoso, apre il suo primo EP di quattro inediti con una personale "Captatio Benevolentiae" che viaggia subito su un emozionante tappeto di chitarra e sarcasmo: "È inutile che cerchi di darti un po' di smalto, se c'hai cose da dire valle a dire a qualcun altro, 'E facci l'ultima di Marra con la voce di De Andrè', 'Vuoi essere te stesso', ma che me ne frega a me", gli dice la gente nel ritornello.
"Scimmie" invece è il ritratto di una generazione di giovani laureati, primati "con la connessione", pigri e indifferenti, troppo svogliati per far veramente paura al potere che criticano e troppo indolenti per realizzare fino in fondo un qualsiasi tentativo di rivoluzionare in meglio la realtà del presente. "Boccaccio" dipinge poi un ironico acquerello tracciando un parallelo fra la peste del Trecento e la pandemia di Covid-19: il quadro del mondo attuale è dissacrante e irriverente. "Dostoevskij" racconta infine l'amore e il destino con una nuova ispirazione letteraria e romantica.
Con questo progetto sul tema dell'Evoluzione da ogni punto di vista, The Andre svela definitivamente di essere molto di più di una cover trap con la voce di Faber, conferma di avere molto da dire oltre a quell'idea con cui è partito e dimostra anche di saperci davvero fare con la forma canzone e con la scrittura: l'artista si evolve a tutti gli effetti e, da imitatore d'autore, diventa cantautore in prima linea. I testi dei brani sono interessanti e originali, la dimensione sonora che li accompagna è ricca e piacevole e la voce ha una sua identità, al di là delle somiglianze e dei richiami storici. Insomma, il risultato è molto bello e credibile: sarebbe bello se tutte le canzoni di oggi riuscissero a coniugare così orecchiabilità e messaggio.
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