Un grosso problema quando si scrive della musica di Bruno Bellissimo è che ha insito, nel proprio nome, quello che probabilmente è l'aggettivo più immediato col quale definire la sua creatività. Conscio di questa criticità (capitasse più spesso di averne di simili...) ed armato col dizionario per i sinonimi, approccio con interesse il tasto play per la più recente pubblicazione dell'artista italo-canadese, intitolata “Maison Bellissimo”.
Il seguito di “Tucker” è un ricettacolo di suoni eclettici, collaborazioni che il cowboy Bellissimo ha rinchiuso in quel grande, unico recinto che è la sua Maison: tra funk ed echi 80ies, l'immaginario di Bruno Bellissimo trova nuove sfumature grazie a featuring ponderate e ben distribuite lungo l'intera tracklist; Francesco De Leo e Tantum Rush sono solo due dei nomi presenti in questo lavoro, giusto per stimolare un pizzico di curiosità nei lettori. A segnare il giro di boa ed il congedo finale, le uniche due tracce (su otto) che non presentano guest: nei dintorni, la sequela dei nomi coinvolti è specchio fedele dello scenario artistico che caratterizza il presente.
Sonorità very fresh plasmate con gusto da producer: in questo viaggio per i timpani il registro espressivo, ormai consolidato, non cerca delle innovazioni dalla dubbia finalità ma la preferenza è finalizzata a irrobustire un tragitto che, barcamenandosi fra analogico e digitale, aggiunge un altro importante tassello al lascito discografico.
Essere ospiti della Maison Bellissimo significa passeggiare, con un accappatoio leopardato trash quanto basta, fra stanze sonore di qualità indiscutibile: la celebrazione de “L'Italiano Fantastico” in un “Disco Eccezionale” da far sudare in cuffia o in cassa. Senza troppi giri di parole.
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