Suoni dallo spazio profondo e inesplorato, l'immensamente grande per cercare l'immensamente piccolo. Un viaggio dentro se stessi, passando in rassegna tutto l'universo.
S'intitola Opera 50 l'ultima fatica discografica, la cinquantesima di Alberto Nemo, cantautore di Rovigo, nato nel 1988. Artista con una lunga esperienza, varia ed eterogenea che va dai canti durante le messe, fino ai festival di strada.
Sette tracce che rinchiudono al proprio interno il concetto di viaggio interiore dell'autore, che lo esperisce servendosi di un idioma misterioso, già utilizzato in altri suoi lavori. I suoni sembrano provenire dallo spazio profondo, da una porzione ancora inesplorata dell'immensamente grande, così fortemente somigliante al nostro immensamente piccolo. Si tratta di un viaggio introspettivo per ritrovare e riscoprire il profumo delle nostre origini.
Musicalmente l'ambient è molto etereo, quasi new age o chill out. La ricerca timbrica dei pad e delle texture sonore sembra orientata verso panorami freddi, apparentemente non accoglienti. A fare da collante con il suo timbro caldo è la voce, che con impostazione quasi lirica e iper-intonata snocciola parole sconosciute, mettendo l'ascoltatore nella duplice condizione di conforto da una parte e di sgomento dall'altra. Si muove sinuosa glissando tra una nota e un'altra questa voce che più che cantante, si muove in un ambito salmodico.
Sembra di assistere ad una messa laica in uno spazio profondo, sospeso tra la nostra conoscenza e il nostro inconscio. l'abbondantissimo utilizzo di reverberi rende tutti suoni nebulosi, talvolta sembrano fondersi l'uno nell'altro, così una chitarra pizzicata si trasforma in un tappeto sonoro e un pad diventa una texture cangiante.
Tutto il disco si muove su un tempo metronomico piuttosto lento, ma questo non significa che non ci siano all'interno di ogni brano delle dinamiche ben precise. Sicuramente non sono dinamiche da pieno o vuoto, ma si tratta di dinamiche armoniche, di capriole musicali che cambiano lo stato d'animo dell'ascoltatore praticamente in tempo reale.
Opera 50 è un lavoro che non ha termini di paragone, perché è il risultato di un ricerca interiore autentica che dunque trova le sue assonanze e le sue differenze dentro un mondo che è solo dell'artista. Per questo motivo l'ascolto, benché molto lento e per niente leggero, acquisisce un mood quasi conturbante, quasi un continuo eterno ritorno. Sembra una porta girevole in continuo movimento per entrare nella quale occorre la giusta dose di impegno e coordinazione. Dall'altra parte di questa porta, una nuova prospettiva, una nuova immagine di se stessi.
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La recensione Opera 50 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-09-13 18:21:47
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