Torna alla carica Giuseppe Chimenti, che attraverso il nome d'arte Modì pubblica il suo terzo episodio discografico in collaborazione con l'etichetta Oltre Le Mura Records; il nome del nuovo long play, che ha visto la luce a maggio, è “Tsunami”.
L'onda anomala del cantautore calabro-romano trae ispirazione dal quartiere dove vive il quotidiano (Torpignattara), un autentico melting pot dove le molteplici sfumature d'Oriente incontrano la Capitale: nove tracce che, grazie anche alla produzione di Fabrizio Massara (ex Baustelle) suonano un cantautorato sapiente dove le sonorità digitali della wave e dell'elettronica incontrano l'analogico. Quello che caratterizza l'esperienza d'ascolto, elevandola sul livello qualitativo, è l'attenta sensibilità sociologica che porta Modì a descrivere le persone, la cultura e le avventure di un quartiere romano che funge da scenografia. Echi d'oriente si alternano a fatti di cronaca, come Chernobyl che si presta a sfondo di “Aprile 86”. Tra fatti riconosciuti dai più e quadretti privati nei quali ognuno può, a suo modo, riconoscersi, “Tsunami” rivela cura dei dettagli, attenzione nell'effettuare scelte ponderate ed un gusto sottile nel solleticare i timpani di chi riesce a captare determinate sfumature precluse a chi non presta abbastanza attenzione.
Abbiamo a che fare con un album che richiede, con merito, la giusta considerazione e da non sottovalutare nel modo più assoluto; la terza volta in studio di registrazione per Modì coincide con un progetto vincente: riportare in musica il vissuto di Torpignattara precludendo l'esercizio di folklore o la sterile caciara (per quanto anch'ella possa rivelarsi divertente). È la dimostrazione di come si possano impostare narrazioni tutt'altro che canoniche e, al tempo stesso, risultare efficaci nel registro espressivo adottato.
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