Guardare indietro per andare avanti
Quando parte il riff di Magnu dei Did A Quid tutto pare collimare: ecco l'ennesima band che da amante degli anni Settanta e Ottanta propone un classico post-rock con influenze new-wave abbarbicato alla tradizione. Suonato bene, per carità, eppure nulla di nuovo. Tuttavia, dopo un ascolto più approfondito posso dire che queste iniziali supposizioni che mi ero fatto erano abbastanza sbagliate. Già perché inteso nella sua interezza, Hawkwaves è un lavoro convincente non soltanto perché si rivolge al passato ma perché ha lo sguardo proiettato se non proprio sul futuro su un passato prossimo. Ma andiamo a spiegare.
La ricetta del gruppo campano è quello che ho detto prima: una mistura, piuttosto raffinata, di post-rock e influenze new-wave con però un gradiente di originalità che pezzo dopo pezzo emerge sempre più con maggiore chiarezza. Ed è proprio questa traccia, anzi questo deciso e decisivo segno di personalità ad essere non soltanto il tratto caratteristico ma anche quell'elemento che getta un ponte per il domani. Un gruppo oggi, nel 2021, può certamente fare new-wave, anche intesa classicamente, a patto però che non scimmiotti i "grandi" del passato, fornendo una propria lettura aggiornata al tempo presente. Con anche un bel po' di rock e psichedelia diffusa lungo il tragitto.
Ecco questo i campani l'hanno fatto e l'hanno fatto pure bene. Bella per loro!
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La recensione Hawkwaves di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-07-20 08:06:06
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