Parliamoci molto chiaramente: quando si trattano personaggi, anzi artisti come Giulio Wilson noi dormiamo tra due guanciali. Già perché nella peggiore delle ipotesi, proprio per il fatto di parlare di professionisti del mondo della musica, il disco sarà registrato molto bene, suonato meglio e prodotto con tutti i crismi. Magari poi potrebbe essere solo un esercizio di stile, ma condotto sempre e comunque bene.
Ecco, questo "Storie vere tra alberi e gatti" non solo ci fa dormire fra due guanciali ma ci fa sognare alla grande. Già perché il già sassofono contralto di Capossela, scrive un disco contraddistinto da un'ottima unione di arrangiamenti sopraffini e testi non banali, trascinandoci in una sorta di atmosfera, giustappunto, a metà strada tra il sogno e la fiaba.
Come lo stesso artista emiliano ha dichiarato in una recente intervista , non è tanto il palco patinato o, ancora meglio, quello televisivo nel suo radar: il fine ultimo di questo album, di questo bell'album è esprimere, al massimo grado, la propria creatività. E pezzi come, ad esempio, "Ottavia", centrano benissimo il bersaglio.
Non è magari un disco così innovativo, siamo dalle parti di un cantautorato classico ma scritto con cura e con attenzione. Un toccasana di questi tempi, tempi grami e un po' frettolosi che con "Storie vere tra alberi e gatti" diventano migliori. Anche solo per lo spazio di una canzone.
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