Da quando nel 2019 gli Psicologi hanno fatto irruzione nella scena con Diploma, ogni volta che nasce un duo musicale che strizza l’occhio al pop sembra doverne essere una copia. Sonorità urban sporcate da qualche barra da mestierante, uno schema facile da ripetere e su cui ci si può adagiare anche per pigrizia. Ad un primo ascolto poco attento i 43.Nove potrebbero essere una nuova copia degli Psicologi, e l'inganno si acuisce per un giro di accordi quasi uguale a Guerra e pace. Tuttavia dando al loro ep d’esordio una seconda possibilità si capisce che non è così.
Innanzi tutto Storia di un uomo sembra nascere da orizzonti musicali differenti. Nei tre pezzi - più intro - di cui è composto lo strumento che identifica più marcatamente il territorio dei due versiliesi è la chitarra. Chitarra elettrificata ma senza grande apporto di effetti o corpo sonoro, ma con un piglio che strizza piacevolmente l'occhio al funk in Immagini, già pubblicata a marzo come singolo. Lasciate abbastanza nude le sei corde accompagnano la voce in queste piccole canzoni adolescenziali e acerbe, cantate in modo semplicemente appassionato da una voce grezza. I ritornelli funzionano, così come le rappate di BrusDMC e WHOSNITCH, grazie all'incastro sobrio delle parole, tra ricordi d'amore e qualche bella immagine evocata qua e là. In chiusura la traccia omonima dell'ep si affida al piano, mantenendo la minimalità dell'arrangiamento, ma non andando molto oltre l'abbozzo.
In questo lavoro d'esordio, che pare quasi incompiuto per la sua durata molto stringata, i 43.Nove riescono a far sentire un songwriting fresco e leggero, le cui note ingenue contribuiscono ad accrescerne la spontaneità.
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