Michele Salvemini in arte Caparezza fa solo dischi che hanno un senso. Se "Prisoner 709" parlava di prigionia, il nuovo album racconta l'evasione e il cambio di pelle, con l'immagine dell'exuvia, la vecchia muta dell'insetto.
L'introduzione è affidata alla traccia "Canthology" featuring Matthew Marcantonio (Demob Happy), in cui molti momenti della discografia di Capa si rivoltano contro di lui, in una sorta di sogno amaro: "Ho capito che il secondo album era più facile dell’ottavo". "Fugadà" afferma ufficialmente il tema della fuga, anche tramite i versi di Dino Campana, il poeta fuggiasco di Marradi. Se da una parte spesso fugge chi migra, come "El sendero" sul sentiero del dolore e dell'allegria, con il ritornello cantato dall'artista messicana Mishel Domenssain, d'altra altrettanto spesso è migrante semplicemente chi vive, cammina e si muove: vale per noi e per i nostri genitori, vale per il nonno di Michele che è andato soldato in guerra e per suo papà che è rimasto senza padre e con la voglia di cantare.
Prima di scappare nella selva oscura, fonte letteraria da sempre o almeno da Dante Alighieri, Caparezza pensa per un attimo al passato, compreso quello che prima lo imbarazzava, e ci fa finalmente pace: in "Campione dei Novanta" rivive i suoi 20 anni in cui faceva pop-rap con il suo primo nome d'arte e andava al Festival di Sanremo 1997 a cantare "E la notte se ne va"; "Che fortuna fu la mia rovina! Ascolto roba new, è una robina, il vuoto di una hit continua, in confronto Mikimix è Bob Dylan" chiosa il testo, a ragione, alludendo indirettamente anche all'ex calciatore olandese Van Persie. Allargando per un attimo lo sguardo sul panorama della foresta i 14 brani scritti, composti, prodotti da Salvemini e mixati da Chris Lord-Alge - con 5 raccordi che è riduttivo chiamare skit - hanno una notevole forza ritmica che li rende orecchiabili e più diretti, magari rispetto al potente sound "cupo" che permeava il precedente "Prisoner", tra flow sorprendenti e nuovi giochi di rime o ricercate assonanze: "Volevo fare un disco allegro" dichiara subito Capa riguardo a "Exuvia", certificato Oro a sole due settimane dalla pubblicazione, dopo il doppio debutto al numero uno in classifica tra album e vinili. Il risultato è che davanti a pezzi come "Contronatura" si fa fatica a restare fermi, con il corpo e con il pensiero: la natura incurante, meravigliosa e selvaggia di questo bosco fitto, immaginato persino come un luogo virtuale da visitare online, ci avvolge già.
Caparezza stesso è una giungla umana, l'incarnazione di un "Eterno paradosso" capace di battere il tempo e la banalità: è un 47enne che rappa alla grande, è un introverso che riempie i palazzetti ed è un uomo sempre di fronte a "La scelta" tra la carriera e la famiglia, rappresentata attraverso due figure; "Ludo" Ludwig van Beethoven è colui che ha dedicato totalmente l'esistenza alla musica nonostante tutto e a discapito di ogni altra cosa, mentre "Marco" Mark Hollis dei Talk Talk nel pieno del successo ha messo volentieri la carriera in secondo piano, ad esempio per godersi i figli. Qualunque sia "la scelta", come fosse un acufene, bisogna saperci convivere: questo è anche il messaggio del videoclip del singolo (il primo a superare "Musica leggerissima" di Colapesce e Dimartino nell'airplay), che come hanno notato i fan del rapper potrebbe essere uno spin-off della serie "Dark". L'universo di citazioni dalla letteratura, dal cinema, dai fumetti e da ogni ambito del vivere è uno dei tanti piani di lettura delle opere di Michele ed è una sfida o un gioco che caratterizza da sempre i suoi brani, i suoi testi e i suoi video.
A proposito di contraddizioni e palindromi, "Azzera Pace è Caparezza": "Tu dammi un consiglio che farò il contrario, gettare scompiglio mi offro volontario, diranno di me: 'Quel tipo non ha pace, quel tipo azzera il consiglio perché fa il contrario, è tutto un groviglio fuori e dentro il cranio'" recita l'11esima traccia, forse l'unica del disco con un riferimento diretto al Covid. L'artista, dal canto suo, è un uomo che indossa una maschera per creare e vivere bene: la canzone "Eyes Wide Shut" dunque è un elogio dell'arte. Mentre avanza nella boscaglia della vita, però, Michele assiste alle mutazioni in atto nella realtà: il rap diventa sempre più mera esaltazione di un presunto status di ricchezza (soldi, bolidi, sesso), il "sud cambia pelle" e "a trent’anni da Capaci, vedi, sarà strano ma il modello è diventato Genny Savastano"; l'impressione quindi è quella di parlare al vuoto come il personaggio di Mastorna nel film mai realizzato di Fellini, come se tutto il mondo fosse la città fantasma di Pripyat evacuata dopo il disastro di Chernobyl.
Così il viaggio nella selva rappresenta anche un tentativo di ritrovare lo stupore ormai svanito: "Il mondo dopo Lewis Carroll" è il messaggio che un cappellaio matto e riccio scriverebbe oggi ad Alice nell'ex paese delle meraviglie. La perdita della sorpresa, incarnata da Guido Anselmi (Marcello Mastroianni) nel film "8 e 1/2", è uno degli effetti del passare del Tempo, l'orologio che durante il lockdown 2020 sembrava invecchiato, fermo ed inutile: da quella stasi e dalla lettura di “Lettera al padre” di Franz Kafka nascono le rime rock che vogliono scuotere lo "Zeit!". La ricerca di Capa nella foresta sfiora inevitabilmente l'ombra della Morte, "La Certa", che in maniera quasi materna parla in prima persona al viandante e lo sprona a dare il meglio in questa ispirata hip-hop ballad: "Mi vedi come la cattiva, la tenebra, la maldita, la dea che fa la bandita ma voglio solo schiodarti dalla panchina, voglio vederti giocare la tua partita". Con la fuga si porta a termine il rito di passaggio verso una nuova vita. Michele lascia l'Exuvia, cambia pelle e pensa già al prossimo album: "Sottoposto al rituale, obbedisco come fosse il rituale di un sottoposto e comincio a cantare il mio nuovo disco come queste cicale dal sottobosco. Fuori di me, exuvia".
Vedi la tracklist e ascolta le tracce sul player nella versione completa.