La chitarra solista di Garritano tra post-folk e influenze sonore dal mondo
Massimo Garritano è uno di quei chitarristi acustici che potremmo definire virtuosi del posto folk, strumentisti che a partire da una dilatazione dello strumming acustico sono in grado di costruire paesaggi strumentali senza fare troppo sfoggio di velocità di esecuzione o tempi complessi, ma utilizzando in realtà un ampio ventaglio di tecniche particolari:tapping, percussione sul corpo e sul manico dello strumento, accordature aperte, strumming creativo e via discorrendo. Un riferimento popolare, per capirci, potrebbe essere a personaggi come John Butler e ai saliscendi emotivi della sua Ocean. In realtà, nelle 16 tracce di ‘FreeFolk’ confluiscono una serie di filoni artistici accomunati dallo stile compositivo ed esecutivo descritto, ma che aggiungono colori diversi ad una tavolozza che altrimenti rischierebbe facilmente di stufare. Il blues di Bottle Cup Blues, il tapping funky-country di Attese Disattese, le sonorità mediorientali declinate in chiave stoner rock acustico con degli ottimi momenti solisti su Marvaellus e Persuasian, i delay e gli effetti che spingono l’acceleratore su territori post rock, i sette haiku che racchiudono le atmosfere del disco in brevi quadretti melodici ispirati alla poesia giapponese (di qui il sottotitolo ‘Songs & Instant Compositions’). ‘FreeFolk’ può riuscire a intrattenere anche chi non sia fanatico delle evoluzioni sulla sei corde o del post-folk, pur essendo un album molto, forse troppo lungo, al punto che quasi ci verrebbe da dire che il modo migliore di fruirlo senza perdersi potrebbe essere (sacrilegio), spezzettare l’ascolto. Quello che manca davvero per assaporare la chitarra di Garritano in realtà è una dimensione visiva che è importante per chi utilizza lo strumento in maniera tecnica ma soprattutto creativa, al punto che non sarebbe troppo sbagliato identificare questo tipo di musicisti come “chitarristi da YouTube”, di cui si apprezza la musica ma di cui si torna volentieri anche ad osservare la messa in scena. Per ora il chitarrista calabrese non pare avere un consistente apparato videografico, quindi si rimanda la ricerca del contatto visivo a una dimensione live che speriamo non debba subire altre interruzioni.
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La recensione Freefolk - Songs & Instant Compositions di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-07-27 23:10:47
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