Tacabanda El Suk 1998 - Rock, Folk, Etnico

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La passione per una musica folkloristica con evidenti influenze balcaniche fa da collante e da substrato in questo disco dei veneziani Tacabanda. "El Suk" contiene 11 brani in cui le chitarre e le percussioni costituiscono il tappeto sonoro su cui viola e fiati (tromba e trombone) ballano e si intrecciano, alternandosi e mescolandosi con la voce. I testi raccontano storie di persone e di luoghi, spesso con risvolti malinconici sottolineati, tra l'altro, dall'interpretazione vocale di Roberto Gandolfo. Nei testi ha anche un ruolo importante Venezia, crocevia di popoli e di genti (forse più nel passato che nel presente), nonchè città natale del gruppo. L'influenza della città si intuisce non solo perchè viene direttamente citata ("Storia di Alvise", "Dinari"...) ma anche perchè si percepisce la cultura del porto e del passaggio dei popoli, così è chiara la tendenza ai suoni balcanici e medio-orientali, piuttosto che a quelli nord-europei e irlandesi a cui si rifanno molti gruppi folk (M.C.R. su tutti). Tra i brani da segnalare vale la pena ricordare "Dinari", "Chimera" e "El Suk", i brani probabilmente più "vivi" in concerto, ma anche "Floppy" non è male: è un quasi-rifiuto della tecnologia... o meglio un avviso: stiamo attenti alla soffocante spirale dell'evoluzione tecnologica. Concetto ottimamente reso con una ritmica ossessiva e ripetitiva che accompagna per tutta la canzone un testo quasi da filasatrocca.

Sono curioso di vedere una performance live dei Tacabanda, per vedere se i brani, nel contesto di un concerto, vengono reinterpretati in chiave più festosa e allegra, sullo stile di Mau Mau e Folkabbestia o se restano una banda raffinata e tutto sommato un po' malinconica.

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La recensione El Suk di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1998-03-01 00:00:00

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