Rock ‘n’ roll al 101%. Una bomba a orologeria spudoratamente vera.
Sono italiani, sì, ma sembrano fottuti yankees, i veneti Baby Ruth. E non parliamo di cloni virtuosi appena usciti dalla dorata palude delle cover. Questi macinano adrenalina old school scatarrandoci dentro linfa propria. Pertanto, già si tratta di un piccolo prodigio.
La pronuncia è buona, il linguaggio, naturalmente, da consumati figli di puttana. I riferimenti spuntano come funghi in autunno, eppure resti là a compiacertene: Kiss, Aerosmith, Motley Crue, Guns ‘n’ Roses e persino Van Halen in certi vocalizzi alla Sammy Hagar. Pezzi, a parte un paio di ballate e la sbarazzina “Rosieline” con intermezzi pop-rock collegiali, d’una compattezza invidiabile e urgenza talvolta punk.
Un disco da consumarsi d’un fiato, e poco importa se la band, per l’esiguità degli ultimi brani, dia l’impressione di tagliare il traguardo in debito d’ossigeno, un po’ col freno a mano tirato. Anche per l’estero, il passaporto pare assicurato.
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La recensione Mr. Right Hand Man di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2006-03-12 00:00:00
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