La ricerca di sè tra le due quarantene per un urban sincero e libero dalle formule fisse
Le scrivanie dei ragazzi nati sul ciglio del millennio, negli ultimi due anni si sono riempite di fogli, di testi, di canzoni, quando tra una quarantena e l’altra si sono ritrovati ad analizzarsi e a cercare un modo per esprimersi, costretti ad una autoanalisi forzata. Una leva di cantautori urbani e casalinghi che hanno mischiato tutti gli ascolti da lockdown e una ritrovata consapevolezza. Una generazione di cui fa parte Christian, classe 99 (nato il 9 Settembre, da qui il titolo dell’EP).
Non sarà l’Ep più originale dell’anno, ma il suo urban cantautorale è sincero, personale, libero da molti schemi, fronzoli e soprattutto da molte formule fisse – dal punto di vista della composizione, nella struttura e nei temi delle canzoni – che abbiamo visto ripetersi sempre uguali negli ultimi tempi. La produzione è derivativa, sorella minore della urban contemporanea, senza guizzi, ma comunque ben eseguita.
La rivelazione del disco è la complessità lessicale dei testi, non ci sono rime banali, immagini mai scontate, che sono una peculiarità da coltivare per i futuri lavori del giovanissimo piemontese. Ricorda uno Rkomi con le barre chiuse, un Ernia meno indie, e potrebbe perfettamente traghettare il talento letterario in un cantautorato meno trap e più cantautorale ma urban. L’album riflette le incertezze e i 20 anni dei ragazzi che hanno iniziato a vivere nel passaggio di millennio: un lavoro imperfetto, ma di una dolcissima onestà, di chi sta cercando di capire cosa ha dentro, e ha voglia di raccontarlo agli altri.
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La recensione 9999 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-08-18 01:46:00
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