Come si fa a scrivere un'autobiografia? Facile, direte voi, si prende carta e penna, oppure si apre il computer e ci si mette a scrivere. Già, tutto giusto per carità peccato però che per il nuovo disco di Pensiero Nomade mi piace parlare di "autobiografia in musica" e quindi le cose si complicano o, forse, diventano ancora più affascinanti. Già perché con Un Cerchio Perfetto si ha davvero la sensazione di trovarsi di fronte a un journal intime senza parole, ma con tanta sapienza nella composizione e nella creazione di brani molto suggestivi.
In tal senso credo sia utile evocare e citare un pezzo come Puntini, a mio modesto avviso la traccia migliore dell'intero album. Puntini è una composizione intima e delicata, in cui Pensiero Nomade ci espone la sua arte, un jazz mischiata al progressive che invece di voler "mostrare i muscoli" a ogni angolo, perpetua piuttosto un discorso tutto legato al togliere, ad un minimalismo elegante e distaccato che, sinceramente, ho apprezzato tantissimo.
Forse se dovessi proprio trovare un difetto a questa lavora è una specie di squilibrio tra la prima parte, che a mio parere è davvero ben realizzata e convincente e la seconda, o per meglio dire una manciata di canzoni a fine album, meno "forti" e meno compiute rispetto alle altre. Ma parliamo sempre di un lavoro di livello eh, ci mancherebbe altro!
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