Il nuovo EP del cantautore campano è un lavoro libero e sorprendente, da scoprire anche dal vivo
Il rischio di non riuscire nemmeno ad avvicinarsi con le parole ad un lavoro come ‘Del mio piede sinistro’ è alto, quasi da fallimento certo, ma proviamo a partire dalle basi ricordando che Vincenzo alias 1000voltegatto, campano inquietamente trapiantato a Bologna, nasce come cantautore alt-folk/emocore ed è una penna eccentrica il cui immaginario surreale è bilanciata perfettamente da uno stile chitarristico imprevedibile, a suo modo tecnico e da un’atmosfera evocativa. Una patina che nel corso dei tre precedenti EP gli ha permesso di coniugare nel breve spazio di minutaggi sotto i venti minuti momenti solenni a declinazioni giocose, astrazioni e poesia del quotidiano. Con ‘Del mio piede sinistro’ 1000voltegatto prende tutto questo e lo porta un passo più in là, poggiandosi sulla radiografia impressionista del piede che dà titolo e copertina all’EP, oltre i rimasugli formali dei precedenti lavori e in uno spazio concettuale dove il cantautorato lo-fi convive con psichedelia e no-wave, musica elettroacustica, noise e ambient, blackgaze e grindcore, frammenti di screamo e alt-folk, dialoghi ermetizzati dalla manipolazione sonora e ritmiche artigianali. C’è l’impronta acustica lo-fi dei precedenti lavori, rappresentata in maniera cristallina dal magnetismo quasi grunge di Alla fine gli avvocati fanno solo il loro lavoro, insieme ad una tensione verso i suoni distorti che monta nel grind-folk strozzato di Mostrare la propria superiorità pronunciando discorsi pesudofilosofici ed esplode nella splendida uosdwis f jewoh, dove nel segno di una dotta citazione simpsoniana si mantiene in (dis)equilibrio tra blackgaze e ambient-noise dai colori diversissimi. Per poi finire strozzata nel falso contatto di Chiedoscusacome?! e sciogliersi nel drone elettrico di Il fante è morto., chiusura e rovescio, sonico e testuale, dell’allucinata ridda no-wave di percussioni, cori e arpeggi sghembi che apre l’EP con il titolo di Lesto, fante!. Un viaggio intenso consumato nello spazio di circa quindici minuti, la cui unica vera mancanza è di non riuscire a rappresentare fino in fondo l’architettura di suoni artigianale e raffinata che sostiene le composizioni, e che invece si svolge invece con chiarezza quando Vincenzo la mette in piedi sul palco sfruttando loop station e delay, bottiglie di plastica e coperchi di pentole. 1000voltegatto si presenta come un progetto da cameretta ma in realtà è anche un’imprevedibile one-man band da scoprire, appena possibile, presso lo spacciatore di live più lungimirante della vostra città.
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La recensione Del mio piede sinistro di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-09-09 18:35:35
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