Partenze di Rob Whitehead&Bluesfreaks è uno di quei dischi che, letteralmente, mi fanno impazzire. Mi fanno impazzire, in senso positivo è chiaro, per almeno due ragioni. La prima è che questo è un lavoro che, senza alcun tipo di remore, mette in piazza le proprie debolezze. Infatti la produzione e anche la registrazione non è di altissimo livello e la sensazione, da un certo punto di vista, di essere davanti a qualcosa di intimo e privato, se non proprio casalingo è abbastanza palese. Tuttavia questo fatto è lungi dall'essere un difetto, anzi, visto che trova la sua importanza e valenza nella seconda motivazione che vi presenterò tra poco. Sto parlando del blues e del fuzz qui contenuto.
Ecco questo è il punto nevralgico dell'intero mio discorso, simboleggiato da una traccia quale Amore molesto. Amore molesto è davvero utile per spiegare che cosa sia questo album, un album con dei limiti evidentissimi ma anche con dei meriti luminosi che vanno nella direzione di una musica sanguigna, tutta passione e emozione, se non proprio sudore e "lacrime", ma lacrime di gioia.
E allora chissà quanti si sono divertiti i musicisti convenuti per questo album visto che la gioia di stare sul palco e condividere un qualcosa è palpabile praticamente in ogni pezzo del disco. Un disco che può catturare l'attenzione anche dell'ascoltatore più distratto proprio per tale motivo: è un disco carnale e palpitante, magari non perfetto, no, non è affatto perfetto, e l'umanità paga sempre.
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