Not Waving How to Leave Your Body 2021 - Elettronica

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L'artista riversa tutta la sua carriera musicale in quello che, ad oggi, è il suo album migliore.

Alessio Natalizia, conosciuto nel mondo della musica col moniker Not Waving, italiano di nascita ma ormai con residenza stabile a Londra da più di dieci anni, è uno di quei musicisti dai quali non sai mai cosa aspettarti. Negli ultimi anni il tono delle sue composizioni è andato ammorbidendosi: siamo partiti da due album come Animals e Good Luck, con il loro sound secco, ruvido e aggressivo, sicuramente più orientato al mondo del clubbing, a cui sono seguite release completamente diverse, come Downwelling la collaborazione cupa e struggente con Dark Mark (Mark Lanegan) o come il bellissimo Futuro, un disco parte di un progetto più sperimentale, e che ha molti più punti in contatto con la musica di Brian Eno, che non con la scena punk che aveva ispirato in parte i suoi primi full length. Nonostante questa traiettoria abbastanza chiara, il ventaglio di opzioni a disposizione di Not Waving resta ampissimo e finché non si ascolta l'album per intero non ci si può sbilanciare.

In questo suo ultimo lavoro Not Waving, nel tentativo di sintetizzare l'importanza dell'amicizia e la fragilità dei rapporti umani, edifica uno spazio sonoro che attraversa tutta la propria discografia: ballabilissimo, orecchiabile, che sa quando spingere e quando riprendere fiato e caratterizzato da una particolare sensibilità nella sua costruzione melodica. Il disco parte lentissimo, con 99, dove i vari strumenti, nelle loro numerose voci, gonfiano la breve traccia come un pallone aerostatico, sollevandoci in preparazione della bomba di questo disco: Hold On. L'arpeggio di synth, leggermente mutato in avvio, prende sempre più spazio insieme alla voce narrante di Marie Davidson (un ritorno dopo l'aggressivissima Where are We del 2017) che ci accompagna con questo tratto spoken word che trova il suo culmine nel suo ritornello in falsetto che è un po' il cuore tematico di questo album:

Every now and then I feel a fire in my heart/I hold on to the feeling trying not to fall apart

 

Questa è soltanto una tra le tante collaborazioni all'interno di questo How to Leave your Body, nel quale Not Waving riesce ad arruolare anche Spivak, Jonnine Standish, Mark Lanegan e Jim O'Rourke, in una serie di tracce tanto diverse tra loro quanto belle. È proprio questa capacità di Alessio di attingere a punti diametralmente opposti della sua tavolozza a rendere questo disco così forte, e interessante da ascoltare. All'apertura più sognante seguiranno infatti tracce come Never Ready, più tetra e spigolosa e Define Normal, con il suo ritmo sostenuto, la sua pioggia di schegge vocali e un synth che ringhia abrasivo, la vera spina dorsale della composizione. Dalle ceneri gorgoglianti di questa ultima traccia nasce quindi Last Time Leaving Home Part 2, che di nuovo rallenta i ritmi e crea una enorme vallata melodica nella quale Mark Lanegan, con la voce che quasi pare rotta dalla commozione, canta dell'inevitabilità della vita e dei suoi cicli, un altro pezzo davvero bellissimo.

Trovo l'unica nota negativa in tracce come When You're Quiet e Self Portrait che avrebbero meritato una maggiore esplorazione, nel caso della prima, o proprio una esclusione dall'album nel caso della seconda. Questo è però soltanto un neo all'interno di un disco estremamente eterogeneo, il risultato della collisione di realtà completamente differenti che però troviamo amalgamate ottimamente in un disco incredibile.

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La recensione How to Leave Your Body di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2021-06-20 23:05:00

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